NUOVA STAGIONE

Il Museo Bagatti Valsecchi ha presentato la terza edizione del cartellone “Stasera al Museo. Vivere nel tempo”: quattordici appuntamenti di musica e teatro a cui si aggiunge, per la prima volta, anche la danza, che animeranno il Salone d’Onore e il cortile storico di Palazzo Bagatti Valsecchi.

Come per le precedenti edizioni, anche quest’anno il tema che ha ispirato il cartellone culturale di “Stasera al Museo” – Vivere nel tempo – trae ispirazione da uno dei motti latini incisi nel Salone d’Onore del Museo Bagatti Valsecchi: Laudamus veteres sed nostris utimur annis, ossia “lodiamo il passato ma viviamo il nostro tempo”. Musica, teatro e danza metteranno in scena il Tempo nelle sue multiformi sfaccettature, invitando i visitatori a riflettere sul bagaglio della storia che è fondamento per vivere l’oggi e proiettarsi verso il futuro. Un valore che fu di notevole importanza anche per i fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, i quali dedicarono la loro vita alla realizzazione di un sogno, ossia costruire una residenza tardo rinascimentale nella quale, armonia, benessere e vitalità consentissero a chiunque entrava di trascorrere il proprio tempo con consapevolezza e immersi nel bello.

Con la nuova edizione di Stasera al Museo. Vivere nel tempo, ideata dal Direttore Antonio D’Amico, il Museo Bagatti Valsecchi apre ancora una volta le porte a tutti i visitatori per accoglierli in un luogo di cultura dove ciascuno può sentirsi a casa e dove il dialogo sinergico tra le diverse arti dà vita ad esperienze creative di grande respiro tra le arti. Quattordici appuntamenti per condividere con il pubblico il piacere di stare insieme in un’atmosfera accogliente e intima, proprio come faceva un tempo la famiglia Bagatti Valsecchi. Tra l’altro, quest’anno il pubblico avrà la possibilità di intrattenersi, prima degli spettacoli, o con una visita libera in Museo o con un piacevole aperitivo offerto da diversi partner che concederanno la possibilità di far conoscere la propria produzione, tra le eccellenze del food and beverage italiano.

Molti gli appuntamenti in programma che racconteranno il Tempo e gli infiniti significati, in una commistione di arti capace di affascinare e sorprendere. Apre questa edizione Antonella Boralevi, scrittrice e opinion leader, con una formazione da filosofo del linguaggio, che con Parole nude smaschererà la parola più usata dei nostri tempi, amore. Si continua ad aprile con Al confine tra due mondi, una serata dedicata all’Ucraina, che vede al pianoforte Hanna Buhakova con le sue creazioni musicali e la voce narrante di Michele Piccolo. Per la prima volta si esibiranno nel Salone d’Onore del Museo i due ballerini Domenico Di Cristo e Matilde Gherardi con le coreografie di Andrea Crescenzi, componenti del corpo di ballo del Teatro La Scala di Milano. A inizio maggio, l’imperdibile concerto di Giovanni Caccamo, vincitore del Festival di Sanremo 2015 nella categoria Nuove Proposte e da allora considerato uno dei cantautori più raffinati del panorama discografico italiano. Lo stesso mese andrà in scena Nell’Occhio del Labirinto, con Simone Tudda e per la regia di Chicco Dossi, uno spettacolo intenso e avvincente dedicato al caso Enzo Tortora. E poi, a maggio e settembre due grandi sorprese in cortile! A maggio Paola Turci scalderà con la sua voce l’affascinante cortile neorinascimentale di Palazzo Bagatti Valsecchi, raccontandosi al pubblico con le sue canzoni più importanti che rivelano il punto di vista sul Tempo di un artista raffinata. A settembre invece, il cortile si animerà con lo spettacolo Varie…Età: ospiti d’eccezione Vittorio Gucci, accompagnato dalla comicità di Davide Paniate e Federico Basso. Il pubblico potrà tornare a casa con una sorpresa preparata da Vittorio Gucci che rivela la sua genialità nell’aver dato vita al grande progetto food, il Panino Ignorante Gourmet. A settembre, l’attore cantante Matteo Ferrari debutterà a Milano con il suo spettacolo Maramao. Canzoni tra le Guerre, un omaggio agli artisti che hanno fatto la storia della canzone italiana. A ottobre, torna al Museo Bagatti Valsecchi l’attrice comica Ippolita Baldini con un esilarante spettacolo dedicato a La Regina Margherita, per la regia di Luigi Guaineri, un monologo ironico che con leggerezza racconterà la vita di Margherita di Savoia, la prima grande Regina d’Italia e la prima “influencer” della storia. A ottobre per la prima volta a Milano lo spettacolo La donna Alata, di e con Federica Restani, per la regia di Raffaele Latagliata, un’intensa e appassionata performance liberamente ispirata al romanzo cult della più stravagante e visionaria scrittrice inglese, Angela Carter, uno degli emblemi della letteratura femminile del nostro secolo. A novembre, invece, sarà la volta del cantautore Giuseppe Anastasi, i cui testi hanno vinto per due volte il festival di Sanremo, che sarà protagonista con pianoforte e voce nello spettacolo dal titolo Il tempo che verrà. A dicembre il Salone d’onore ospita Franz Schubert incontra Simone Weil interpretato dal Trio Michelangeli, giovane formazione che in pochi anni sta riscuotendo grande successo internazionale, portando la musica da camera nel mondo e facendo dialogare il repertorio del canone tradizionale con quello contemporaneo.

“In questa edizione Stasera al Museo racconta il tempo – ricorda Camilla Bagatti Valsecchi, presidente del Museo – partendo da uno dei motti della casa che i miei avi hanno ideato e realizzato, immersi in un progetto nel quale hanno speso tutta la loro vita. Oggi il Museo ha il compito di far conoscere non soltanto l’opera collezionistica dei fratelli Bagatti Valsecchi, che credevano nella bellezza di un tempo speso in maniera proficua e produttiva, ma anche farsi portavoce di valori come la valorizzazione del proprio tempo e la conduzione di una vita più consapevole”.

TEATRO DELLA LUCE

Tornano le grandi mostre ai Musei civici “Gian Giacomo Galletti” in Palazzo San Francesco a Domodossola con un’esposizione dedicata alla luce nell’arte tra Seicento e Novecento, un percorso che dal lume di candela arriva alla rivoluzione della luce elettrica. Tiziano, Van Dyck, Ippolito Caffi, Gaetano Previati e Renoir sono solo alcuni dei grandi nomi degli artisti in mostra che dal 21 luglio 2023 al 7 gennaio 2024.

La luce è la protagonista indiscussa di questa esposizione, ricercata e analizzata nelle diverse declinazioni che nei secoli gli artisti, tra l’Italia e le Fiandre e tra il Seicento e il Novecento, hanno immortalato sulla tela: una luce che è anche testimone dello scorrere del tempo e che viene indagata nella sua portata tecnologica, viaggiando tra rappresentazioni di paesaggi e visioni a lume di candela fino ad arrivare alla luce elettrica, l’artificio luminoso che proprio nella Val d’Ossola trova la sua consacrazione in quanto territorio ideale per la costruzione delle centrali idroelettriche.

Sono quarantacinque le opere in mostra, di cui 13 sono un eccezionale prestito di Banco BPM, che si snodano all’interno delle navate di Palazzo San Francesco in un allestimento pensato e realizzato dall’architetto e light designer Matteo Fiorini di Studio Lys; un innovativo percorso luminoso che utilizza anche i materiali dell’Ossola, come la pietra di serizzo, e che accompagna il visitatore in una ‘meditazione’ guidata per gli occhi e per la mente, consentendogli di immergersi in una quinta scenica dove la luce fa da padrona.

Nella prima sezione si incontrano i dipinti “a lume di candela”, affascinanti scene di genere dove l’attenzione è direzionata sulla resa della fonte luminosa sprigionata dalle candele o dai tizzoni. Una ricerca questa che ha attraversato i secoli ed è così che le raffinate tele di artisti seicenteschi fiamminghi come Gherardo delle Notti, Adam de Coster e Trophime Bigot dialogano con il sorprendente Contadino che accende una candela con un tizzone ardente, realizzato da Angelo Inganni nel 1850 e proveniente dalla collezione della Fondazione Cariplo, ma anche con una silente Natura morta di Giorgio de Chirico che restituisce un valore simbolico della luce nel Novecento.

Cuore della mostra è l’artificio teatrale della luce che viene esaltata da artisti che sono protagonisti assoluti della scena sacra tra fine Cinquecento e Ottocento, intensificando i sentimenti e il pathos delle storie che vengono narrate. Si potrà ammirare, tra gli altri, l’intenso Cristo morto sorretto dagli angeli di Paolo Piazza, uno dei capolavori che giungono dalla collezione di Banco BPM, il suggestivo e struggente capolavoro della Deposizione di Cristo nel sepolcro di Tiziano proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e, tra gli altri, il caravaggesco Cristo alla colonna di Mattia Preti di collezione privata. Il percorso continua con la sezione dedicata alla luce nella natura, soprattutto nel paesaggio lacustre e montano, dove si evidenziano le varie fasi della giornata e l’alternarsi delle stagioni ammirando opere di artisti ottocenteschi come Ippolito Caffi, Domenico Induno e Angelo Morbelli e si trovano anche grandi tele dedicate al paesaggio ossolano, esposte per la prima volta, in cui i riflessi dell’acqua riproducono le luci tipiche della vallata. Questa sezione si arricchisce di due capolavori: l’affascinante Panni al sole, uno dei più importanti dipinti divisionisti di Pellizza da Volpedo, custodito in collezione privata, e Le lavandaie a Cagnes di Pierre-Auguste Renoir; si svelano agli occhi dei visitatori due opere della storia dell’arte italiana ed europea che restituiscono il valore della luce naturale in maniera sorprendente.

Proseguendo è possibile riscoprire la valenza evocativa della luce in un gruppo di opere dell’Ottocento e del Novecento: una luce drammatica, come quella che emana La morte di Cleopatra, dipinta da Achille Glisenti e custodita ai Musei Civici di Brescia, una luce portavoce di emozioni visibile nelle tele di Gaetano Previati, Giovanni Sottocornola e Giuseppe Mascarini, ma anche una luce dai significati reconditi come quella che si incontra, ad esempio, in Soccorso ad un rovescio di fortuna di Giuseppe Molteni. La luce plasma i corpi esaltandone le fattezze tra carnalità e spiritualità.

Una sezione dell’esposizione è infine dedicata alle conquiste tecnologiche più rivoluzionarie per la storia dell’uomo e che celebra così anche la storia della Val d’Ossola. In questo territorio, ideale per la costruzione delle centrali idroelettriche, sono nate alcune tra le centrali più belle e produttive, dei veri e propri gioielli di architettura del Novecento che rivivono nel materiale d’archivio di Enel Green Power. Rarissime fotografie retroilluminate, piccoli macchinari, un plastico in lamelle di legno permettono di ricostruire la storia di questi edifici così importanti per l’Ossola e per la produzione energetica del Paese.

Il gran teatro della luce è una mostra che presenta capolavori rari, difficilmente visibili al grande pubblico e che intende avvicinare i visitatori a una narrazione per immagini lontane tra loro nel tempo evidenziando il cambiamento dell’uso della luce, la sua diversa resa tecnica, ma anche come il suo valore si sia evoluto nelle varie epoche; un viaggio nel tempo e nello spazio, alla scoperta delle infinite declinazioni della luce che non smettono mai di coinvolgere e incantare l’uomo.

VISIONI METAFISICHE

Dallo scorso venerdì al Museo Bagatti Valsecchi la prima mostra milanese dedicata al fotografo Vasco Ascolini dal titolo Visioni Metafisiche. Vasco Ascolini incontra Canova, Thorvaldsen e De Chirico, a cura di Antonio D’Amico e Luca Carnicelli.

Il percorso di visita si snoda all’interno delle sale museali dove si potrà ammirare una selezione di oltre settanta tra gli scatti più significativi di Ascolini, dedicati ad elementi statuari, proposti come frammenti scultorei che animano, con la loro immobilità, contesti desolati. Tema caro all’artista fin dai primi anni Ottanta, quando iniziò a immortalare architetture isolate sospese nel tempo, caratterizzate da metafisici spazi alienati.

I dialoghi metafisici sono il focus di questa mostra: il cosmo fotografico di Ascolini si pone in relazione con le tele di Giorgio de Chirico attraverso scatti che enfatizzano una dimensione atemporale scandita da bianchissime sculture marmoree e immensi spazi disabitati. Le opere del fotografo reggiano dialogano pertanto con L’Autoritratto di De Chirico e L’Autoritratto in gesso di Canova proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, con L’aragosta del 1922 e con una Piazza d’Italia dove si scorgono il silenzio imperante di una scultura sdraiata al centro della piazza e architetture desolate.

La dialettica è arricchita da suggestivi modelli e calchi in gesso dei maestri del Neoclassicismo, come quelli di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, le cui opere provengono dalle collezioni della Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e da una collezione privata.

Il dialogo che si instaura tra le opere esposte all’interno della Casa Museo di via Gesù immersa nel cuore del quadrilatero della moda, si spinge fino ad abbracciare elementi di relazione con i canoni estetici propri della Haute couture. Questi vengono indagati per mezzo di opere i cui soggetti, avvolti in veli di plastica, assumono sembianze di modelli misteriosi ed eterei, che suggeriscono analogie tra il singolare immaginario figurativo ascoliniano e il concept visionario di Demna Gvasalia e attraverso citazioni e richiami espliciti al rosa shocking e all’Abito da sera con aragosta disegnato da Elsa Schiaparelli – in collaborazione con Salvador Dalì -, che al pari di Ascolini visse un legame profondo e autentico con la Francia e la cultura francese.

Il visitatore è così invitato a introdursi nell’eloquente dialogo instaurato tra gli ambienti museali e le opere fotografiche di Vasco Ascolini in un percorso pensato per valorizzare non solo gli scatti del fotografo reggiano ma anche le numerose opere bagattesche. Invitando a fruire gli ambienti come in una vera casa, si potrà scoprire il valore di tutti gli elementi che connotano la Casa Museo Bagatti Valsecchi – dalle ceramiche ai vetri, dagli arredi agli avori – comprendendo l’importanza delle opere che comunemente vengono etichettate come secondarie. L’esposizione pone infatti l’attenzione anche sul parallelismo che corre tra la valorizzazione di dettagli sfuggenti, operata da Vasco Ascolini mediante la selezione di precisi soggetti fotografici e la rivalutazione delle arti applicate attuata dai Bagatti Valsecchi per evocare l’immaginario rinascimentale nella dimensione più prettamente domestica.

Con questa esposizione il Museo Bagatti Valsecchi si dimostra sempre più attento ai dialoghi tra antico e contemporaneo — già insiti nell’approccio ottocentesco dei fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi — e prende parte alle proposte culturali della città di Milano, ormai divenuto polo attrattivo per la fotografia, con una mostra che offre una visione esaustiva dell’opera di Vasco Ascolini, il quale, concentrandosi sull’artificio della scultura e degli spazi architettonici, restituisce una visione onirica e quasi metafisica degli ambienti della dimora.

“Con questa mostra, realizzata grazie alla partnership con la Fondazione Pasquale Battista e il Gruppo Augusta Ratio, il Museo Bagatti Valsecchi persegue l’intento di ospitare mostre temporanee in armonia con la collezione permanente raccolta dai fratelli Bagatti Valsecchi a metà Ottocento, confermando l’interesse per il collezionismo e in questo caso per la fotografia contemporanea.” – afferma Camilla Bagatti Valsecchi, presidente della Fondazione Bagatti Valsecchi – “Il percorso si snoda in tutte le sale della Casa Museo ed evoca ricordi e suggestioni tra le arti sorelle. Infatti, il nucleo di oltre settanta fotografie di Vasco Ascolini, dedicate alla statuaria antica, viene messo in dialogo con alcuni marmi, con i gessi di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, alcuni dei quali provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, e con le tele di Giorgio De Chirico, confermando la suggestione metafisica di Ascolini. Ai visitatori auguro di trovare quei dettagli nascosti che connettono le fotografie di Vasco Ascolini con Canova, Thorvaldsen, De Chirico e la nostra collezione permanente”.

“Con questa mostra il Museo Bagatti Valsecchi celebra la lunga e proficua carriera del fotografo emiliano, ponendo l’accento sulla sua produzione dedicata alla scultura antica.” – conclude Francesca Caruso, Assessore alla Cultura di Regione Lombardia – “Un lavoro, quello di Ascolini, che grazie al sapiente uso di luci e ombre, arricchisce i soggetti da lui ritratti di nuovi significati, in un’atmosfera senza tempo. Nel rendere omaggio all’opera del fotografo mi unisco, in quanto Assessore alla Cultura di Regione Lombardia, al Museo Bagatti Valsecchi, una delle Case Museo di Milano riconosciute dalla Regione, il cui grande patrimonio culturale restituisce non solo una puntuale rappresentazione del collezionismo di fine XIX secolo, ma anche uno spaccato della società milanese dell’epoca.  Attraverso i suoi musei riconosciuti, la Lombardia cerca sempre di più di dare voce a nuove sinergie tra antico e contemporaneo, attraverso esposizioni temporanee ed installazioni di artisti, fotografi e designer. Sono lieta di constatare come il sostegno di Regione Lombardia consenta alla Fondazione Bagatti Valsecchi di porsi come un esempio virtuoso di promozione e valorizzazione culturale anche in questo campo”.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Sagep Editori con contributi di Antonio D’Amico, Luca Carnicelli, Eugenio Bitetti, Aurora Ghezzi, Moira Mascotto, direttrice del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno.

GREEN SUMMER

Museo Bagatti Valsecchi ha presentato, in occasione di Fuori Orticola 2023, un nuovo progetto green in collaborazione con Green Wise Italy: il terrazzo loggiato del primo piano del Palazzo è ora aperto al pubblico in una nuova veste floreale e resterà fruibile per tutta la stagione estiva, donando al Museo un angolo di verde da cui ammirare il Palazzo Bagatti Valsecchi e il Quadrilatero della moda.

Green Wise, studio multidisciplinare di progettazione del verde e leader nel settore, è stato fondato nel 1905 in Giappone; tra i suoi valori principali quello di riconnettere le persone con la natura attraverso pratiche di rigenerazione del verde. Il progetto pensato per il Museo Bagatti Valsecchi dai garden designers di Green Wise è in linea con il pensiero di ‘slow green’, un movimento che mira a ripristinare la diversità del mondo naturale e uno stile di vita in armonia con esso. Per l’allestimento sono stati utilizzati esclusivamente piante e fiori stagionali e locali, coltivati senza l’impiego di prodotti chimici.

Green Wise è stato capace di creare un progetto che si adatta perfettamente agli spazi storici della Casa Museo milanese, combinando diversi materiali, forme e tipologie di piante. La selezione degli esemplari è stata effettuata considerando due fattori distinti: uno di natura tecnico-biologica, correlato al futuro benessere delle piante in relazione alle condizioni climatiche del luogo di esposizione e alla loro interazione con la luce solare durante il corso della giornata, e un altro di natura estetica e stilistica. Le piante, attraverso una sinergia visiva con l’architettura classica e senza tempo della Loggia, creano un nuovo paesaggio dinamico che si adatta all’ambiente circostante con eleganza e naturalezza, trasformando il terrazzo in un paesaggio naturale.

Gli Hakoniwa che decorano il terrazzo sono dei veri e propri ritagli di paesaggi in miniatura, per permettere alle persone di godere dei benefici della natura anche in contesti insoliti. Hakoniwa è un termine giapponese che significa “giardino in una scatola”, una capsula di paesaggio sempre a portata di mano. Una perla di verde che, per sostituzione, assolve la funzione del cortile zen, luogo di raccoglimento intimo e spirituale.

Il terrazzo loggiato situato al primo piano  del Museo Bagatti Valsecchi diviene parte del percorso museale e sarà visitabile per tutto il periodo estivo, in particolare dal 16 giugno in occasione dell’apertura della mostra Visioni Metafisiche. Vasco Ascolini incontra Canova, Thorvaldsen e De Chirico.

LA FORNARINA

Continua la programmazione del palinsesto Stasera al Museo, questa sera, verrà messo in scena Ghita, Storia della Fornarina. Il grande Raffaello Sanzio viene raccontato attraverso gli occhi di Margherita Luti, l’ultima amante dell’artista e sicuramente la più famosa: la Fornarina, rimasta immortale nel celebre dipinto oggi a Palazzo Barberini a Roma. È la storia di un amore assoluto e potentissimo, un sentimento universale mai completamente risolto, una perdita che non è lecito piangere, se non nel silenzio di un convento. Una produzione a cura di Eco di Fondo, curata da Simone Faloppa e Giulia Viana, con la regia di Giacomo Ferrù e Giulia Bellucci.

ROSE ROSE’

Al Museo Bagatti Valsecchi continua la programmazione del palinsesto Stasera al Museo. Due sono le date a cura di Cantoalato in collaborazione con OttavaNota: questa sera, in occasione di Rose Rosé, un evento organizzato da Montenapoleone District, il Museo si ammanta di un’atmosfera multisensoriale, grazie alla degustazione del Trentodoc Altemasi Rosé e di Griselda di Antonio Vivaldi, un’esecuzione in forma semiscenica con la partecipazione dei giovani cantanti del Workshop di Canto barocco tenuto da Roberta Invernizzi. Il concerto vedrà Gioele Muglialdo al clavicembalo, con la regia di Lisa Nava; Muglialdo tornerà nel Salone d’Onore del Museo Bagatti Valsecchi anche sabato 20 maggio con il concerto lirico per solo piano dal titolo E lucevan le stelle. L’esibizione vedrà la partecipazione dei giovani cantanti della Masterclass di Canto tenuta da Jaume Aragall.

DOMENICA

Le voci degli amori, con un calendario ricco di eventi per i mesi di aprile e maggio: ben sei appuntamenti di musica e teatro, tra cui l’imperdibile appuntamento con un ospite d’eccezione, Enrico Ruggeri che per la prima volta animerà con la sua musica la splendida cornice dei cortili di Palazzo Bagatti Valsecchi.

Domenica 7 maggio il Museo Bagatti Valsecchi si apre alla musica leggera con Enrico Ruggeri che racconterà tra musica e parole la sua visione dell’amore, nell’appuntamento dal titolo Certe lettere d’amore. Dopo essere stato testimonial per il Museo Bagatti Valsecchi nel progetto Listen To MI, ideato dalla rete delle Case Museo di Milano e finanziato da Fondazione Cariplo, Ruggeri torna per svelare i segreti e gli aneddoti che si nascondono dietro ad alcune delle sue canzoni più famose, come Quello che le donne non dicono.

FUORI ORTICOLA

Il Museo Bagatti Valsecchi partecipa alla quinta edizione di Fuori Orticola, che si svolgerà dall’8 al 21 maggio in occasione della mostra mercato Orticola 2023. Il Museo parteciperà con la creazione di una puntata per il podcast “La voce di Orticola”, un racconto diffuso per la città che coinvolgerà anche musei e mostre. La puntata sarà dedicata all’analisi dell’opera Allegoria della Liberalità (1630) dell’artista marchigiano Andrea Lilio, presente in Museo.

In occasione di Fuori Orticola 2023, il Museo Bagatti Valsecchi partecipa al podcast “La voce di Orticola”, creando una puntata a cura del conservatore Antonio D’Amico dedicata all’analisi dell’opera Allegoria della Liberalità (1630) dell’artista marchigiano Andrea Lilio, presente nella collezione del Museo.

Il tema della quinta edizione di Fuori Orticola è l’intelligenza dei fiori, non più visti solo come decori e ornamenti ma anche come organismi intelligenti, capaci di crescere, moltiplicarsi e adattarsi. I fiori sono proprio i protagonisti dell’opera di Lilio, che ben rappresenta il tema di quest’anno: all’interno di una complessa cornice pittorica, decorata con fiori e frutta, è inserita una monumentale allegoria femminile seduta su un seggio squadrato che distribuisce fiori attorno a sé con fare vezzoso. La figura è caratterizzata da uno sguardo dolce, ingentilito da lunghi capelli ondulati raccolti lateralmente, indossa una lunga tunica marrone, sovrastata da un manto verde scuro e preziosi gioielli che arricchiscono il suo volto.

Questo dipinto è custodito all’interno della Galleria della Cupola, uno dei grandi spazi del Museo che costeggia il Salone d’Onore e si inserisce in un contesto di altre tre opere del medesimo artista, posizionate sopra alle quattro porte che conducono in questa stanza.

La figura allegorica sembra fuoriuscire dall’opera, in un gioco di linee e sfondi in cui emerge la resa tridimensionale della pittura che cattura lo sguardo dello spettatore, rendendolo parte dell’opera stessa. La bellezza, il profumo e l’intelligenza dei fiori sono coinvolgenti, così come lo è il gesto celato della donna dell’opera d’arte di Lilio, che distribuisce i fiori come se volesse distribuire gentilezza e cortesia a chiunque le passi davanti, senza nascondimenti o limiti.

Venerdì 12 maggio alle ore 13.00 sarà possibile partecipare ad una visita guidata gratuita volta ad approfondire l’opera di Andrea Lilio.

I visitatori muniti del biglietto di Orticola 2023 potranno usufruire dell’ingresso gratuito in Museo da venerdì 12 a domenica 14 maggio per visitare la collezione.

ARS VOX

Al Museo Bagatti Valsecchi continua la programmazione del palinsesto Stasera al Museo. Le voci degli amori, con un calendario ricco di eventi per i mesi di aprile e maggio: ben sei appuntamenti di musica e teatro, tra cui l’imperdibile appuntamento con un ospite d’eccezione, Enrico Ruggeri che per la prima volta animerà con la sua musica la splendida cornice dei cortili di Palazzo Bagatti Valsecchi.

Il palinsesto degli eventi di quest’anno, a cura del conservatore Antonio D’Amico, celebra l’amore, traendo ispirazione dal motto latino ARS VOX AMORIS inciso su un dossale ligneo del Salone d’Onore del Museo. Un inno alla musica, alla poesia, al canto e al teatro, ossia a tutte quelle forme d’arte che danno voce all’amore.

Si comincia mercoledì 26 aprile con lo spettacolo teatrale Prima di ogni altro amore. Incanto per Maria Callas e Pier Paolo Pasolini, con il quale Sergio Casesi ha vinto il Premio Nazionale Franco Enriquez 2022 alla drammaturgia. La regia è affidata ad Alberto Oliva e la produzione a Proscenio Teatro per questa serata che racconta l’amicizia e l’affetto con forme d’amore. Il testo di Sergio Casesi, drammaturgo pluripremiato e musicista, verrà interpretato dalla giovane attrice e cantante lirica Gea Rambelli e dall’attore marchigiano Stefano Tosoni.

FUORISALONE

Il Museo Bagatti Valsecchi presenta BA-VA Cushion collection Limited Edition, la collezione di cuscini sartoriali su disegno Bagatti Valsecchi realizzata con Sohil Design per la partecipazione al Fuorisalone 2023, come ospite ufficiale del Palazzo delle Meraviglie.

La manifestazione si terrà durante la Design Week milanese nelle sale del Museo Bagatti Valsecchi – da martedì 18 aprile a domenica 23 aprile 2023 – e si potranno vedere in esposizione le novità di una serie di affermati brand del design internazionale tra cui SOHIL, atelier Milanese specializzato in cuscini decorativi su misura.

La collezione BA-VA Cushion collection a tiratura limitata sarà in vendita nello shop del Museo Bagatti Valsecchi a partire dal 12 aprile 2023 fino a esaurimento scorte.

Realizzati in due colori, i tessuti dei cuscini riprendono il motivo da una preziosa tappezzeria di velluto in rilievo a fondo oro scelta dai fratelli Bagatti Valsecchi per decorare la stanza più scenografica del palazzo: il salone d’onore del Museo Bagatti Valsecchi.

Un disegno a grandi ovali legati da corone contenenti il motivo del vaso con i fiori di cardo e tulipani, affiancati da ovali più piccoli che incorniciano alternativamente decorazioni floreali e due leoni affrontati, fiordalisi e foglie su cui poggiano due aquile, elementi araldici e i gigli desunti dallo stemma della famiglia Bagatti Valsecchi.

Il tessuto di cotone dei cuscini è stampato a fondo oro in due colori il fronte con le iniziali del cognome della famiglia ‘’BA-VA’’ e il retro con il motivo del vaso con fiori di cardo e tulipani nella versione rossa e nella versione in blu con il disegno dei due leoni affrontati, entrambi sono confezionati con una passamaneria in abbinamento.

Autore della magnifica tappezzeria è Ambrogio Osnago, mentre vari documenti dell’Archivio Bagatti Valsecchi dimostrano che il disegno era stato fornito dagli stessi fratelli Bagatti Valsecchi: «devesi qui rimarcare che tutti i disegni, non solo degli assiemi ma anche di ogni piccolo particolare sia ornamentale che costruttivo, vennero compilati dagli stessi nobili Bagatti Valsecchi senza alcun aiuto dei soliti disegnatori»