“Quello tra agricoltura e montagna e’ un
rapporto indissolubile, difficilmente potremmo immaginare la
montagna diversamente da come l’abbiamo ricevuta in eredita’
oggi. Un tema delicato, che crea forti aspettative e non sempre
gratifica economicamente”. Lo ha sottolineato l’assessore
regionale all’Agricoltura Gianni Fava, intervenendo, ieri,
all’inaugurazione del ‘Festival Milano Montagna’, la tre giorni
di eventi proposta dall’Universita’ della Montagna, unica
istituzione accademica dedicata alla valorizzazione e tutela
dell’ambiente e del territorio montano con sede a Edolo
(Brescia).
GIOVANI, RITORNO ALLA MONTAGNA – “Quando abbiamo redatto il
nostro Psr, che vale 1 miliardo e 157 milioni di euro da qui al
2020, abbiamo subito pensato di dedicare un capitolo alla
montagna, con misure per compensare lo svantaggio competitivo
rispetto alla pianura”. Ma dov’e’ il ritorno dei giovani, in una
regione che ha un’eta’ media dei titolari di impresa agricola
pari a 63 anni?. “Il dato medio nazionale dei giovani, fino a 40
anni, in Italia, e’ pari al 10,8 per cento – ha ricordato Fava -.
In Lombardia, dove il dato medio relativo alla montagna dice che
coloro che hanno meno di 40 anni sono il 14,5 per cento, quasi 4
punti in piu’ del dato medio nazionale, la pianura di poco supera
l’11,5 per cento di presenza giovanile, mentre la montagna in
questo momento e’ al 18,7 per cento. Da questi dati siamo partiti
per una nuova fase di ripensamento, su cui bisogna confrontarsi.
Le risorse ci sono, le regole le abbiamo poste”.
NUOVE MISURE A BREVE – “Ai giovani in montagna piace fare
attivita’ di multifunzione – ha aggiunto Fava -, per questo
continuiamo a investire in questa direzione. Entro la fine di
questo mese usciranno le prossime Misure dedicate ai giovani, e
buona parte di queste riguarderanno proprio la montagna, che
l’uomo deve continuare a gestire. Senza attivita’ come la
gestione di pascoli e alpeggi e la zootecnia non potremmo
parlare di montagna come la conosciamo, oggi”. (Lnews)