VINO,FAVA:CONSORZIO OLTREPO RESTA INTERLOCUTORE NATURALE

“Il Consorzio è uno strumento di tutela e
promozione, che non dovrebbe fare altro. Su questi temi e
aspetti sono tenuto a ragionare, il Consorzio è il mio
interlocutore naturale, come Regione Lombardia, e ho rispetto
per il ruolo che ha”. Lo ha detto oggi l’assessore regionale
all’Agricoltura Gianni Fava in merito alla recente scelta dei 35
produttori appartenenti al Distretto di qualità di uscire dal
Consorzio Tutela Vini Oltrepo Pavese, nel corso del suo
intervento agli Stati Generali dell’Agricoltura Pavese, a
Giussago (Pv). “Un produttore può anche star fuori – ha detto
l’assessore lombardo , ma nessuno è legittimato a contestare una
struttura che universalmente viene riconosciuta per il ruolo che
ha”.

ALTA LITIGIOSITA’ – “Tra i 12 territori a vocazione
vitivinicola lombarda – ha ricordato l’assessore Fava – quello
dell’Oltrepo ha una conflittualità oltre ogni logica. Esistono
distretti in tutta la Lombardia, ma non si mettono in conflitto
con i Consorzi, che fanno un altro mestiere. Il consorzio è
strumento di tutela e promozione, quando fanno altro fanno
pasticci, e non solo nel vino. Nessuno, però, è legittimato a
contestare una struttura che universalmente viene riconosciuta
per il ruolo che ricopre: se le cose non vanno bene, si cambiano
dall’interno”.

OCM E VINO IN BOTTIGLIA – “Per primo due anni fa insistevo a
sostenere che il vino andava valorizzato in bottiglia – ha
ricordato Fava – , anche se ciò non era ben accetto; sono stato
criticato, inoltre, perchè chiedevo che come requisito minimo
per partecipare ai fondi Ocm per la promozione ci fosse almeno
il 75% della produzione imbottigliata direttamente. Se non si è
d’accordo, però, le cose si cambiano dall’interno: non posso
accettare che non si riconosca il consorzio sui temi della
tutela e della promozione”.

SCELTE VANNO CONDIVISE – “Credo che la governance attuale del
consorzio possa essere rivista dall’interno – ha spiegato Fava –
senza ricatti o forzature. Il peso degli imbottigliatori nel
consiglio è indubbiamente sproporzionato. I produttori privati
devono avere più peso, così come credo che si possano ridurre la
partecipazioni dei singoli soci evitando che qualcuno detenga la
maggioranza assoluta dell’assemblea, semplicemente
sterilizzandone parzialmente la partecipazione”.

SCELTE CONDIVISE – “Non servono padri padroni – ha auspicato
Fava -, le scelte vanno condivise sul territorio. Questo però
non legittima reazioni isteriche che non portano da nessuna
parte. La partita si gioca fino in fondo e credo non abbia senso
assumere atteggiamenti infantili da parte di chi, come accadeva
all’oratorio, se non vince porta via il pallone. Le giuste
rivendicazioni troveranno spazio in ambito politico e sostegno
nel rispetto dell’autonomia del consorzio e dei propri soci”.
“Il consorzio è nostro interlocutore – ha sottolineato, in
conclusione, Fava – il distretto è un altro soggetto, che fa un
altro mestiere. Uno non può superare l’altro, e viceversa, nella
logica per cui devono trovare tra loro un’intesa, senza
costringere altri a forzature di ogni tipo”. (Ln)

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