AGROALIMENTARE,FAVA:SERVE RIEQUILIBRIO SULLA FILIERA

“I dati 2015 dell’agroalimentare ci
consegnano una Lombardia ancora forte, ma in sofferenza, con una
situazione congiunturale originata da cause esterne che hanno
afflitto in modo pesante il mercato. Una realta’ ancora molto
dinamica, che cresce e aumenta la propria capacita’ produttiva,
ma che vede diminuita la remunerazione media del primario. Un
settore, l’agroalimentare, che cresce e si espande, ma il
primario all’interno dell’agroalimentare continua a comprimersi.
Abbiamo bisogno di nuove modalita’, che riequilibrino la
filiera”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura
Gianni Fava, intervenendo, oggi, alla presentazione del Rapporto
2015 sul sistema agroalimentare lombardo, all’interno del quale
un focus particolare e’ stato dedicato a Expo, nuova
Programmazione agricola comune e rapporto tra il nostro sistema
agroalimentare e contesto internazionale. “La spinta maggiore
dovrebbe arrivare dai mercati, se c’e’ la volonta’ di prendere per
buone le sfide contenute nel Psr – ha detto Fava -, dove ci sono
risorse e indicazioni precise di uno scenario da seguire. Se gli
imprenditori avranno ancora voglia di investire, ci potranno
essere opportunita’ di sviluppo ulteriore, diversamente il
rischio e’ che questa dinamica di crescita possa finir qui”.

L’IMPATTO DI EXPO 2015 – “Expo e’ stato sicuramente un momento
che ha creato aspettative, alcune soddisfatte, altre meno – ha
osservato Fava -. Il tema del cibo e’ rimasto sullo sfondo,
perche’ siamo una societa’ per cui il cibo e’ fatto scontato. Gli
elementi di dettaglio sono un po’ sfuggiti in un evento in cui
ha prevalso l’aspetto ludico. Noi usciamo da questa esperienza,
con un grande miglioramento della nostra reputazione. Dopo Expo,
Milano nel mondo e’ percepita come un luogo che ha vinto una
sfida, in una terra quella lombarda che ha il primato della
produzione agroalimentare europea”.

PROMOZIONE, SFIDA PIU’ ATTUALE – “Oggi siamo riconosciuti come
soggetti in grado di organizzare la promozione, che e’ la vera
sfida, perche’ non si vince piu’ solo sulla quantita’ – ha rilevato
l’assessore -. Se la sfida sul valore l’abbiamo persa, pensando
all’export in confronto ad alcuni Paesi concorrenti, il primo
problema e’ la ridistribuzione del valore sulle filiere, dal
momento che continua crollare il valore delle produzioni”. Un
peso che paga il primario.
“La compressione del valore generale del sistema e’ a carico di
chi produce la materia prima – ha denunciato l’assessore -.
Prodotti che mediamente hanno valorizzazioni adeguate, basta
solo pensare al sistema delle Dop. E se pensiamo ai primi mesi
del 2016, le cose non vanno meglio. Il rischio e’ che il sistema,
per quanto regga, diventi di mera trasformazione. Grandi
trasformatori di prodotti fatti da altri, rischiamo seriamente
di diventarlo. Aspetto che rappresenta non solo una perdita di
valore della nostra tradizione agricola, ma anche il rischio di
dipendere da scelte di altri Paesi per le materie prime. La
nostra sovranita’ alimentare potrebbe uscirne ridimensionata”.

PIU’ RISORSE DALLA PROGRAMMAZIONE – “Abbiamo cercato con il Psr
di porre un freno alla dipendenza dai mercati esteri per quanto
riguarda le materie prime, introducendo alcuni principi che
vanno in questa direzione, e che possano quindi essere sfruttati
al meglio dai nostri agricoltori – ha detto in conclusione Fava
-. Il mercato poi fa da se’, noi abbiamo creato qualche regola e
trovato le risorse, con una programmazione piu’ sostanziosa della
precedente, 133 milioni di euro in piu’ rispetto al precedente
Psr. Servono le aziende ‘vive’, che abbiano voglia di
compartecipare alla spesa per gli investimenti: altrimenti
diventa tutto molto difficile. I dati ci dicono che le
prospettive non mancano, la nostra presenza sui mercati e’ ancora
molto significativa, il margine a cui guardare con interesse
c’e’, ma abbiamo bisogno di mettere in sicurezza le imprese, vera
e propria ossatura del nostro sistema”. (Lnews)

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