DIGITALE!

Giuliana Cunéaz, esponente di punta della new media art che sabato 7 giugno ha vinto il Primo Premio del Pubblico dell’Opline Prize International, prestigioso riconoscimento dedicato all’arte digitale, è ora protagonista di un progetto espositivo di particolare significato.  Domenica 15 giugno s’inaugura al MANLo il MuseoArcheologico Nazionale della Lomellina di Vigevano (che ha sede all’interno dello straordinario Castello Sforzesco). Wunderkammer Digitale, un progetto espositivo proposto sino al 15 dicembre che pone al centro la sua installazione Matter Waves Unseen

L’opera è entrata recentemente a far parte della collezione permanente del Museo nazionale dell’Arte Digitale di Milano che ha promosso numerose attività di valorizzazione in collaborazione con altri soggetti e luoghi della cultura, nell’ottica di stimolare l’interesse del pubblico nei confronti dell’arte digitale attraverso un’offerta culturale integrata ed innovativa. Dopo aver collaborato con Refik Anadol e i Masbedo, l’attuale progetto con Giuliana Cunéaz è dedicato al rapporto fra arte digitale e patrimonio storico e trova la sua collocazione in una delle più prestigiose istituzioni della Lombardia.

Matter Waves Unseen può essere letta come una vera e propria ‘camera delle meraviglie’ interpretata in chiave contemporanea. L’artista riprende la tradizione delle “wunderkammer”, raccolte di antichità e oggetti singolari, inserendo in uno stipo da collezionista piccole sculture di argilla dipinte (circa 30) in madreperla. Tra i cassetti è posizionato uno schermo al plasma nel quale scorrono le immagini realizzate con la tecnica dell’animazione 3D che mostrano onde di terra che, nel loro flusso, portano alla luce oggetti dalle forme differenti che poi vengono nuovamente inghiottiti in un processo magnetico di apparizione e sparizione. Questi elementi provenienti dal nanomondo sembrano depositarsi come forme germinali all’interno dei cassetti in una progressiva interazione che permette di scrutare l’aspetto profondo e misterioso della materia.

Interessata alle forme organiche dell’estremamente piccolo rilevate da strumenti scientifici come il microscopio elettronico, Giuliana Cunéaz ricostruisce un mondo che appartiene alla sfera dell’invisibile e ce lo mostra riflesso in una dimensione dove la componente fisica e quella virtuale sono tra loro connesse. Un’ambiguità dimostrata dalla presenza nei cassetti di un nido vuoto di vespa vasaia, ritrovato fortuitamente dall’artista che l’ha dipinto e collocato all’interno dell’opera.

Una relazione altrettanto fruttuosa si crea tra Matter Waves Unseen e i preziosi reperti del Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, in particolare quelli appartenenti alla Collezione Strada, composta da oggetti in vetro,metallo e ceramica, prevalentemente di epoca romana e provenienti dal territorio.

Come scrive Pietro Mezzabotta nella scheda che accompagna l’opera di Giuliana Cunéaz: “La necessità di creare sinergie tra diversi elementi ha spinto l’artista a elaborare un linguaggio complesso, aggiungendo alla manualità la logica dell’algoritmo per creare una continuità tra il piano dell’indagine fisica e quello virtuale. La costruzione digitale delle forme, mostrata nel video, ha costituito il punto di partenza per il processo che ha portato all’elaborazione manuale delle sculture custodite nei 14 cassetti dello stipo. In questo modo, l’artista riafferma il ruolo del disegno come strumento astratto e inventivo, capace — attraverso reticolati digitali — di esprimere il suo valore originario nella rappresentazione della realtà e del mondo, anche quando immaginario.”

Il progetto Wunderkammer Digitale di Giuliana Cunéaz presso il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina nasce dall’accordo di valorizzazione fra la Direzione Regionale Musei Nazionali della Lombardia e il Museo nazionale dell’Arte digitale, che porterà ad arricchire l’offerta dei musei e dei luoghi della cultura lombardi con opere innovative e coinvolgenti, in dialogo con il patrimonio culturale

AMICIZIA

Al Museo Bagatti Valsecchi continua la quarta edizione del cartellone culturale “Stasera al Museo. Le vie dell’amicizia” con due appuntamenti speciali che andranno in scena nei cortili storici del Museo Bagatti Valsecchi e che racconteranno, come vuole il tema di quest’anno, le diverse espressioni dell’amicizia.

Il 15 giugno i cortili di via Gesù 5 risuoneranno delle parole e musica di Ditonellapiaga, pseudonimo della cantautrice indie pop Margherita Carducci, che nel 2022 ha partecipato insieme a Donatella Rettore al Festival di Sanremo con il brano Chimica. Il suo stile innovativo e camaleontico, che incarna le infinite articolazioni dell’animo femminile, spazia con versatilità tra generi e sonorità. Al Museo Bagatti Valsecchi Ditonellapiaga propone un live acustico intimo e coinvolgente: con il suo sound eclettico, tra elettronica, pop e influenze urban, trasporterà il pubblico in un viaggio musicale all’interno di uno dei cortili più suggestivi di Milano.

PORSCHE 356

Il passaggio della storica vettura a San Marino è atteso per oggi, 23 Maggio, quando circa 260 esemplari della celebre Porsche 356, primo modello prodotto dalla casa tedesca tra il 1948 e il 1965, attraverseranno i confini della Repubblica per sfilare nel cuore del Centro Storico, patrimonio UNESCO. Un appuntamento unico, che unisce eleganza e passione per l’automobile, in un contesto ricco di storia.

L’evento, promosso dalla Federazione dei Porsche Club mondiali e da Porsche AG, riunirà oltre 400 appassionati provenienti da tutto il mondo, a conferma del fascino senza tempo di una vera icona dell’automobilismo, simbolo di ingegneria, eleganza e passione, che l’hanno resa uno dei grandi miti della storia dell’automobile.

“La realizzazione di un’emissione postale in onore di questo passaggio – ha dichiarato Gian Luca Amici, Direttore Generale di Poste San Marino – desidera celebrare l’evento, sottolineando l’attenzione che la Repubblica di San Marino riserva alla storia dell’automobilismo e alla tradizione dei raduni internazionali.”

Il francobollo commemorativo, realizzato in tiratura limitata di 20.000 foglietti, raffigura un dettaglio della ruota posteriore di una Porsche 356 Carrera bianca. Il bozzetto è firmato dall’artista Luca Terraneo.

FOTOGRAFIE

Da oggi la mostra “Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta” a Palazzo Reale di Milano, promossa da Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Archivio Mario Giacomelli, in collaborazione con Rjma progetti culturali e Silvana Editoriale, si inserisce all’interno delle iniziative promosse dall’Archivio Mario Giacomelli in occasione del centenario dalla nascita di Mario Giacomelli, volte a celebrare l’eredità artistica e culturale di uno dei più grandi maestri della fotografia italiana.

L’esposizione, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli, si svolge congiuntamente alla mostra “Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista” a Palazzo delle Esposizioni a Roma, costruendo due percorsi complementari che approfondiscono le molteplici sfaccettature del lavoro dell’artista, entrambi insigniti della Medaglia del Presidente della Repubblica. Un’opportunità unica per riscoprire Giacomelli non solo come fotografo, ma come figura centrale nel panorama artistico e culturale del Novecento, capace di costruire un ponte tra fotografia, pittura, poesia e scultura, dimostrando una visione che continua a ispirare nuove generazioni di artisti e osservatori.

La mostra di Palazzo Reale rientra nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, il programma multidisciplinare, plurale e diffuso che animerà l’Italia per promuovere i valori Olimpici attraverso la cultura, il patrimonio e lo sport, in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali che l’Italia ospiterà rispettivamente dal 6 al 22 febbraio e dal 6 al 15 marzo 2026.

Il progetto milanese “Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta” è un omaggio al profondo legame tra Mario Giacomelli e la poesia, un dialogo intenso e viscerale che permea tutta la sua opera. Non solo nei riferimenti espliciti ai grandi testi poetici, ma anche nella sua visione della fotografia come pura espressione lirica, capace di trasformare la realtà in racconto, emozione e suggestione.

A Palazzo Reale il percorso espositivo accompagna il visitatore attraverso un viaggio nella poetica visiva di Giacomelli, presentando alcune delle sue serie più iconiche ispirate alla poesia.

TAVOLE

Il 21 Maggio tornano le Conversazioni d’arte a Casa Bagatti Valsecchi con “La vertigine dell’ornamento” da Owen Jones a William Morris. Pubblicato nel 1856, The Grammar of Ornament è ancora oggi considerato un volume fondamentale per lo studio del design. Il suo autore, Owen Jones, ideò un trattato completo sul design per l’era industriale arricchito da splendide illustrazioni a colori realizzate con la cromolitografia. L’analisi di alcune tavole illustrative sarà il pretesto per individuare dapprima i modelli che ispirarono i dettagli decorativi di Casa Bagatti Valsecchi per poi indagare il legame con i pattern nati in seno al movimento delle Arts & Crafts di William Morris e Edward Bourne-Jones.

7 MAGGIO

In occasione di Orticola 2025, il cui tema principale è “Bio, bio, bio, in giardino c’è vita!”, il Museo Bagatti Valsecchi partecipa alla settima edizione di Fuori Orticola presentando, dal 7 maggio all’8 giugno, la mostra di Hugh Findletar From then till now | Da allora ad oggi.

Hugh Findletar, giamaicano di origine, newyorkese di formazione, adottato da Milano e conquistato dal vetro di Murano, è un fotografo di professione, in particolare ritrattista. Proprio da questa sua vocazione ha iniziato a creare icone in vetro.

Le sue teste in vetro soffiato si ispirano alle maschere dei faraoni egizi e alle oinochoe greche, a volte bifronti, così come alle fiasche da vino dell’Impero Romano. Allo stesso tempo, sono anche vasi che richiamano le nature morte barocche del XVII secolo, simboli di vanitas e caducità, pur rappresentandone l’opposto: sono nature vive, da mantenere vitali secondo il proprio desiderio.

Nascono così le FLOWERheadZ di Hugh Findletar, che dialogano con la collezione permanente del Museo Bagatti Valsecchi, offrendo al pubblico un’esperienza inedita dove il gusto rinascimentale incontra la natura e il vetro. Una mostra che si inserisce nel solco delle celebrazioni per i trent’anni di apertura della casa museo, proseguendone lo spirito di apertura al contemporaneo.

L’arte di Findletar è il risultato di un intreccio di suggestioni e influenze: la sua cultura giamaicana, ricca di leggende e tradizioni, dona ai suoi lavori un’impronta unica; la passione per l’orticoltura, trasmessagli dalla bisnonna, ha completato il percorso.

Gli mancava solo il medium ideale, che ha scoperto durante un viaggio in Kenya, dove si è avvicinato per la prima volta alla soffiatura del vetro, la materia che gli mancava per dare forma al suo immaginario. Da quel momento ha intrapreso un lungo cammino di sperimentazione che lo ha condotto a Murano, nella storica vetreria Zanetti, dove ha affinato la tecnica e dato vita ai suoi celebri volti modellati a caldo. Ogni soffio è un gesto creativo, intimo e irripetibile, che trasforma la materia incandescente in icona, in presenza viva e pulsante.

Il vetro gli ha così permesso di trasformare il suo interesse per la fisiognomica in una lettura ironica, a tratti impietosa, ma sempre affettuosa, di una grande varietà di volti umani.

La mostra si inserisce nell’ambito di FuoriOrticola, una rassegna diffusa in cui arte e natura dialogano sul tema “Bio, bio, bio: in giardino c’è vita!”, invitando ogni istituzione partecipante a esplorare, con creatività e originalità, la vitalità come forma d’espressione.

Le opere di Hugh Findletar entrano così in dialogo diretto con le stanze del Museo Bagatti Valsecchi, intrecciandosi con gli arredi neorinascimentali in un gioco di rimandi visivi e simbolici. I vasi della Generation Collection, insieme a quelli antropomorfi, zoomorfi e a opere inedite e site-specific, si disseminano tra gli ambienti della dimora storica, posandosi su tavoli, camini e mobili d’epoca, in un raffinato equilibrio tra antico e contemporaneo.

ICONOGRAFIE

Proseguono domani le conversazioni d’arte a Casa Bagatti Valsecchi appuntamento con “Sacri accessori” attributi e iconografie dei santi. Quando visitiamo un museo e osserviamo i dipinti storici, ci impegniamo in un esercizio di interpretazione. Questo è particolarmente vero per i santi, le cui rappresentazioni possono risultare difficili da comprendere. In passato invece l’iconografia dei santi rappresentava un patrimonio codificato e condiviso, utilizzato come strumento educativo per la dottrina religiosa. Riconoscere questi protagonisti non significava solo identificare il tema dell’opera ma anche comprendere il sottotesto simbolico che essa racchiude. Attraverso l’approfondimento di alcune delle opere più significative della collezione Bagatti Valsecchi e delle più note collezioni museali sarà possibile indagare le storie più singolari dei protagonisti delle opere rinascimentali

FRAGILE

“Fragile”, realtà tra le più fervide del panorama italiano e internazionale del Novecento e del design storico, che quest’anno festeggia i suoi 25 anni di attività, con questa mostra si propone di raccontare, attraverso un centinaio di lampade e oggetti, l’opera straordinaria di uno dei più importanti designer italiani, Carlo Nason, specializzato nel settore dell’illuminazione in vetro. L’esposizione offrirà dunque un’ampia panoramica delle lampade più celebri progettate da Nason, accogliendo i pezzi più rari e iconici e rendendo merito al suo incredibile estro creativo, capace di dare vita a oggetti dalle linee pulite e innovative, realizzati attraverso un uso magistrale del vetro soffiato: tutte testimonianze di un perfetto equilibrio tra tradizione artigianale e modernità.

INAUGURAZIONE

Gilda&Co è un nuovo spazio dedicato al design italiano che per la design week ospita la sua prima che rende omaggio alla figura di Aldo Ballo, fotografo noto per il suo fondamentale contributo alla fotografia di design e pubblicitaria, attraverso un’ottantina di fotografie in bianco e nero messe in dialogo con gli stessi oggetti reali, raffigurati dalle immagini. Un racconto che relaziona la raffigurazione con la fisicità degli oggetti. Questa sera alle 18:00 in via Plinio.

POLTRONA

Il Museo Bagatti Valsecchi presenta la poltrona di design Pier Fausto: un modello savonarola rivisitato, disegnato da Lazzarini Pickering e prodotto da Marta Sala Éditions, che l’azienda ha deciso di dedicare al maggiore dei fratelli Bagatti Valsecchi, fondatore del Museo e mancato nel 2023.

La poltrona si inserisce all’interno della mostra ospitata dal Museo dal 7 al 13 aprile, The Secret Soul of Useful Things, un progetto, a cura di Federica Sala, che raccoglie i prodotti più significativi dell’azienda Marta Sala Éditions, che quest’anno festeggia i suoi primi dieci anni di attività.