“Dalla Regione con la piu’ alta
percentuale di prodotti a denominazione d’origine, dobbiamo
essere capaci di comunicare al mondo che produciamo qualita’ e
distintivita’, cioe’ un territorio: su questo abbiamo investito e
continueremo a farlo, in una logica per cui non ci interessano i
litri in cisterna quanto quelli in bottiglia. Spiegando al
consumatore che ci sono differenze: ognuno puo’ stare sul
mercato, ma non tutti devono essere pagati alla stessa maniera”.
Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava,
intervenendo, oggi, al Focus sull’enologia lombarda, organizzato
in collaborazione con Ascovilo (Associazione Consorzi dei Vini
Lombardi). Al confronto sono intervenuti Mamete Prevostini,
presidente di Ascovilo, Giacomo Mojoli, giornalista
specializzato, e lo chef Vittorio Fusari.
COMPARTO FONDAMENTALE – “Dobbiamo iniziare a ridefinire quello
del vino come comparto fondamentale dell’ economia – ha
auspicato Mojoli -. Protagonista nel sistema economico di una
Regione, di un intero paese. Chi fa vino e’ al pari di chi opera
in altri settori economicamente rilevanti”. “Per troppo tempo
abbiamo cercato di vendere vino insistendo su un prodotto
indistinto – ha ricordato Fava – ed e’ stato un errore: oggi
puntiamo a valorizzare biodiversita’ e territorio. Perche’ siamo
uno Stato in una regione, in Lombardia abbiamo tutto: dal Lugana
ai rosati del Garda, passando per i rossi, i vini di Valtellina,
fino ai moscati. Uno scrigno di biodiversita’, prodotti
difficilmente omogeneizzabili”.
SI VENDA IL TERRITORIO – “Per questo i singoli consorzi devono
promuoversi, non c’e’ una sola identita’, ce ne sono tante tutte
da valorizzare – ha aggiunto Fava -. I vini di Lombardia insieme
possono promuovere sviluppo, ma ognuno di loro e’ distintivita’, e’
differenza. A vendersi e’ il territorio, la promozione e’ sul
territorio prima ancora che sul marchio. Diversamente ci saranno
sempre aziende di successo accanto a chi fatichera’ a ottenere
risultati”. Un appello, inoltre, alla ristorazione, affinche’ “si
unisca a questo lavoro di regia per la promozione”.
PROMOZIONE – “Abbiamo scelto di investire sugli Ocm, sulla
promozione del vino, con 3.400.000 euro, a cui vanno sommati gli
investimenti sulla promozione per Expo – ha rilevato Fava -.
Cosi’ abbiamo mantenuto il livello di spesa dell’anno scorso, i
progetti in campo ci stanno dando ragione. L’incremento di
vendite su mercati internazionali resta costante, in un Paese
dove la propensione al consumo e’ calata significativamente”.
NUOVI MERCATI – “Servono altri mercati – ha detto l’assessore -,
percio’ abbiamo pensato iniziative che coinvolgessero tutti i
consorzi della filiera”.
Settimana prossima Fava sara’ in Corea del Sud, “un mercato vero,
ma difficile – ha aggiunto -, verso cui abbiamo deciso di
aprirci, in collaborazione con Fiere di Cremona. La competizione
li’ e’ con i Francesi, che hanno un radicamento forte, anche se
aggredibile; noi vinciamo nel rapporto qualita’-prezzo. Se e’ vero
che esportiamo il 50 per cento in valore di quello che esporta
la Francia, possiamo dire che abbiamo un margine di crescita di
piu’ del doppio. Dobbiamo ambire a che il nostro prodotto sia
pagato di piu’, pero'”.
BERE REGIONALMENTE – “Dobbiamo bere regionalmente – ha auspicato
Mamete Prevostini, presidente Ascovilo -: a Milano passa meta’
mondo e noi non siamo in grado di proporre i nostri vini, a
vantaggio di Barolo, Prosecco o Chianti. Con tutti i consorzi,
Ascovilo diventi tavolo di confronto, affinche’ questa situazione
cambi radicalmente”. “Promuoviamo il nostro prodotto, che deve
essere pagato il giusto: il consumatore deve capire quello che
vale. La nostra sfida sta li’ – ha detto in conclusione Fava -.
Della Lombardia uno straniero apprezza tutto, ma il vino lo
ripone in fondo alla classifica: questo ci spiega cosa dobbiamo
fare per risalire nella graduatoria dell’appeal”. (Lnews)