“Sicurezza alimentare, ambientale, ricerca
e innovazione sono valori assoluti, su cui puntare con la
massima serietà, ma se poi questi spesso si traducono in oneri
maggiori per le aziende che rispettano questo percorso e non
c’è un ritorno di mercato che giustifica questo impegno, c’è il
rischio è che si faccia un passo indietro, mettendo sempre più a
rischio la sostenibilità economica”. Lo ha detto l’assessore
regionale all’Agricoltura Gianni Fava, intervenendo questa
mattina all’incontro “La carne oggi: qualità e sostenibilità”.
Le filiere della carni italiane, rappresentate da Assica,
Assocarni e UnaItalia con questo evento puntano a rilanciare –
anche in vista di Expo 2015 – i temi della sostenibilità delle
carni in Italia dal punto di vista nutrizionale, ambientale ed
economico.
TUTELARE CHI PRODUCE IN MODO TRASPARENTE – “A prescindere dal
calo di consumi alimentari – ha proseguito l’assessore lombardo
nel suo intervento – ci sono grosse difficoltà oggi a garantire
sostenibilità economica a chi produce: tutti gli sforzi che
facciamo per sostenere la filiera lombarda e nazionale, non
sempre si traducono in risultati concreti”. “Siamo il territorio
europeo che ha fatto di più per il benessere animale. Noi
abbiamo già scontato la nostra incapacità di essere efficienti
nel sistema economico europeo, per i maggiori costi: ora è
giusto che siano tutelati coloro che hanno fatto come noi passi
avanti. Se non si va verso un impegno condiviso verso la
tracciabilità del prodotto, ogni sforzo di conoscenza e
promozione che riafferma l’equilibrio di questo modello
alimentare diventa inutile”.
CONTROLLI SU QUALITA’ PER NOI NORMALI – “Per noi, in Lombardia,
è normale il controllo, che parte dalla genetica per proseguire
nell’allevamento – ha ricordato Fava – ma non è cosi nel resto
dell’ Europa. Se non cogliamo questo non capiamo il calo di
redditività delle aziende a fronte di una riduzione non così
sensibile del consumo di carne. Fermo restando, inoltre, che
ricorriamo sempre più a quei prodotti di importazione, non in
linea con gli standard di qualità a cui tendiamo”.
CONSUMATORE DEVE SAPERE FINO IN FONDO COSA COMPRA – “Abbiamo
scelto di pagare la zootecnia in modo adeguato – ha detto Fava,
ricordando che è stata una grande battaglia di Regione Lombardia
-, facendo ricorso agli aiuti accoppiati, per limitare danni al
nostro patrimonio zootecnico già in difficoltà, e sostenere gli
sforzi dei nostri allevatori nel processo di miglioramento della
sicurezza alimentare, recuperando così quella parte di gap
negativo sulla programmazione comunitaria”. “Tutto ciò ha un
costo – ha precisato l’assessore -, aggravato dal fatto che
anche questo prodotto si vende in modo indifferenziato: il
consumatore deve essere messo nelle condizioni di capire chi ha
operato in modo corretto e chi no. Serve, dunque, una grande
battaglia, sulla tracciabilità e l’etichettatura per garantire
l’origine. E servono regole uguali per tutti perchè solo in un
regime di parità di norme e trasparenza verso il consumatore il
comparto potrà ritrovare equilibrio e redditività”. (Ln)