MTBIKE

Presentata questa mattina al Kilometro Rosso, nell’auditorium di Confindustria Bergamo, la prima edizione di Innovation Mtbike. L’evento è in programma sabato 14 e domenica 15 ottobre nel parco del Kilometro Rosso con le gare dei Giovanissimi e dei Master, che si svolgeranno sotto l’egida della FCI.

Il sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega Sport e Giovani Lara Magoni, ha sottolineato: “Lo sport ancora una volta è protagonista e questa volta lo sarà alla Innovation Mtbike, una manifestazione che si svolgerà all’interno dell’hub dell’eccellenza a livello internazionale. Celebra i valori dell’attività sportiva condivisa con tanti professionisti, appassionati di età diverse. Promuove le attività di produzione hi-tech presenti nel parco Scientifico Tecnologico e rilancia ancora di più la bellezza di un territorio ricco e vario come quello bergamasco”.

“Da qualche settimana – ha detto ancora – il valore dello sport è stato inserito all’articolo 33 della Costituzione Italiana come strumento fondamentale per il benessere psicofisico della persona. Sono certa che eventi come la Innovation Mtbike contribuiscano in modo determinante alla diffusione della pratica e della cultura sportiva in tutte le generazioni”.

“La prima edizione è quella che ci spronerà a renderlo un evento che continuerà negli anni – ha concluso – grazie al supporto straordinario degli organizzatori. Conosco l’impegno, il dietro le quinte di una manifestazione sportiva per questo desidero complimentarmi con tutte le persone e gli sponsor che si sono impegnati per la sua realizzazione. Un fine settimana all’insegna del mountain biking, tra sorrisi, fatica, divertimento e sport; un weekend ideale per noi sportivi. Viva lo sport, viva la mountain bike”.

VISIONI METAFISICHE

Museo Bagatti Valsecchi e la Fondazione Pasquale Battista, con il sostegno del Gruppo Augusta Ratio S.p.A., SILGAS e K&L Gates, il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano e dell’Institut français di Milano, e in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Carrara, fino al 3 dicembre 2023 la prima mostra milanese dedicata al fotografo Vasco Ascolini dal titolo Visioni Metafisiche. Vasco Ascolini incontra Canova, Thorvaldsen e De Chirico, a cura di Antonio D’Amico e Luca Carnicelli.

Il percorso di visita si snoda all’interno delle sale museali dove si potrà ammirare una selezione di oltre settanta tra gli scatti più significativi di Ascolini, dedicati ad elementi statuari, proposti come frammenti scultorei che animano, con la loro immobilità, contesti desolati. Tema caro all’artista fin dai primi anni Ottanta, quando iniziò a immortalare architetture isolate sospese nel tempo, caratterizzate da metafisici spazi alienati.

I dialoghi metafisici sono il focus di questa mostra: il cosmo fotografico di Ascolini si pone in relazione con le tele di Giorgio de Chirico attraverso scatti che enfatizzano una dimensione atemporale scandita da bianchissime sculture marmoree e immensi spazi disabitati. Le opere del fotografo reggiano dialogano pertanto con L’Autoritratto di De Chirico e L’Autoritratto in gesso di Canova proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, con L’aragosta del 1922 e con una Piazza d’Italia dove si scorgono il silenzio imperante di una scultura sdraiata al centro della piazza e architetture desolate.

La dialettica è arricchita da suggestivi modelli e calchi in gesso dei maestri del Neoclassicismo, come quelli di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, le cui opere provengono dalle collezioni della Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e da una collezione privata.

Il dialogo che si instaura tra le opere esposte all’interno della Casa Museo di via Gesù immersa nel cuore del quadrilatero della moda, si spinge fino ad abbracciare elementi di relazione con i canoni estetici propri della Haute couture. Questi vengono indagati per mezzo di opere i cui soggetti, avvolti in veli di plastica, assumono sembianze di modelli misteriosi ed eterei, che suggeriscono analogie tra il singolare immaginario figurativo ascoliniano e il concept visionario di Demna Gvasalia e attraverso citazioni e richiami espliciti al rosa shocking e all’Abito da sera con aragosta disegnato da Elsa Schiaparelli – in collaborazione con Salvador Dalì -, che al pari di Ascolini visse un legame profondo e autentico con la Francia e la cultura francese.

Il visitatore è così invitato a introdursi nell’eloquente dialogo instaurato tra gli ambienti museali e le opere fotografiche di Vasco Ascolini in un percorso pensato per valorizzare non solo gli scatti del fotografo reggiano ma anche le numerose opere bagattesche. Invitando a fruire gli ambienti come in una vera casa, si potrà scoprire il valore di tutti gli elementi che connotano la Casa Museo Bagatti Valsecchi – dalle ceramiche ai vetri, dagli arredi agli avori – comprendendo l’importanza delle opere che comunemente vengono etichettate come secondarie. L’esposizione pone infatti l’attenzione anche sul parallelismo che corre tra la valorizzazione di dettagli sfuggenti, operata da Vasco Ascolini mediante la selezione di precisi soggetti fotografici e la rivalutazione delle arti applicate attuata dai Bagatti Valsecchi per evocare l’immaginario rinascimentale nella dimensione più prettamente domestica.

Con questa esposizione il Museo Bagatti Valsecchi si dimostra sempre più attento ai dialoghi tra antico e contemporaneo — già insiti nell’approccio ottocentesco dei fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi — e prende parte alle proposte culturali della città di Milano, ormai divenuto polo attrattivo per la fotografia, con una mostra che offre una visione esaustiva dell’opera di Vasco Ascolini, il quale, concentrandosi sull’artificio della scultura e degli spazi architettonici, restituisce una visione onirica e quasi metafisica degli ambienti della dimora.

“Con questa mostra, realizzata grazie alla partnership con la Fondazione Pasquale Battista e il Gruppo Augusta Ratio, il Museo Bagatti Valsecchi persegue l’intento di ospitare mostre temporanee in armonia con la collezione permanente raccolta dai fratelli Bagatti Valsecchi a metà Ottocento, confermando l’interesse per il collezionismo e in questo caso per la fotografia contemporanea.” – afferma Camilla Bagatti Valsecchi, presidente della Fondazione Bagatti Valsecchi – “Il percorso si snoda in tutte le sale della Casa Museo ed evoca ricordi e suggestioni tra le arti sorelle. Infatti, il nucleo di oltre settanta fotografie di Vasco Ascolini, dedicate alla statuaria antica, viene messo in dialogo con alcuni marmi, con i gessi di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, alcuni dei quali provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, e con le tele di Giorgio De Chirico, confermando la suggestione metafisica di Ascolini. Ai visitatori auguro di trovare quei dettagli nascosti che connettono le fotografie di Vasco Ascolini con Canova, Thorvaldsen, De Chirico e la nostra collezione permanente”.

“Con questa mostra il Museo Bagatti Valsecchi celebra la lunga e proficua carriera del fotografo emiliano, ponendo l’accento sulla sua produzione dedicata alla scultura antica.” – conclude Francesca Caruso, Assessore alla Cultura di Regione Lombardia – “Un lavoro, quello di Ascolini, che grazie al sapiente uso di luci e ombre, arricchisce i soggetti da lui ritratti di nuovi significati, in un’atmosfera senza tempo. Nel rendere omaggio all’opera del fotografo mi unisco, in quanto Assessore alla Cultura di Regione Lombardia, al Museo Bagatti Valsecchi, una delle Case Museo di Milano riconosciute dalla Regione, il cui grande patrimonio culturale restituisce non solo una puntuale rappresentazione del collezionismo di fine XIX secolo, ma anche uno spaccato della società milanese dell’epoca.  Attraverso i suoi musei riconosciuti, la Lombardia cerca sempre di più di dare voce a nuove sinergie tra antico e contemporaneo, attraverso esposizioni temporanee ed installazioni di artisti, fotografi e designer. Sono lieta di constatare come il sostegno di Regione Lombardia consenta alla Fondazione Bagatti Valsecchi di porsi come un esempio virtuoso di promozione e valorizzazione culturale anche in questo campo”.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Sagep Editori con contributi di Antonio D’Amico, Luca Carnicelli, Eugenio Bitetti, Aurora Ghezzi, Moira Mascotto, direttrice del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno

FESTA DEI NONNI

La festa dei nonni a Palazzo Lombardia è stata un successo. La visita gratuita al belvedere del 39° piano del Palazzo della Regione, organizzata dall’assessorato alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità e fortemente voluta dall’assessore Elena Lucchini, ha segnato il tutto esaurito con 400 famiglie coinvolte.

“Questa è una giornata speciale – ha detto l’assessore Lucchini – nella quale vogliamo omaggiare tutti i nonni lombardi che sono una colonna portante delle nostre famiglie, un punto di riferimento, nonché un patrimonio di esperienze, conoscenze, storie e trazioni”.

“Per Regione Lombardia – ha concluso Lucchini – la famiglia è al centro della società e sulla base di questo principio si orientano le nostre politiche. Pensiamo alla nostra società del futuro, lavorando perché sia pronta alle nuove sfide, forte, coesa e sempre più comunità”.

39ESIMO

Da oggi il Belvedere del 39esimo piano di Palazzo Lombardia, sede della Giunta regionale, è intitolato a Silvio Berlusconi che lo celebra come “imprenditore visionario e innovativo, uomo delle istituzioni e politico lungimirante, protagonista nello sport”.

“Una persona – ha spiegato il presidente della Regione, Attilio Fontana – che meglio di chiunque altro rappresenta l’essere lombardo, i valori di questa terra. Il Belvedere rappresenta iconicamente il cuore della nostra regione”.

Alla cerimonia sono intervenuti anche la figlia dell’ex premier Barbara e il fratello Paolo Berlusconi e il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Presenti gli ‘amici di sempre’ Fedele Confalonieri e Adriano Galliani.

“Qui – ha aggiunto il governatore Fontana – si producono idee, si ragiona sui progetti e si disegna il futuro. Un luogo da cui è possibile dominare Milano e apprezzare alcuni luoghi particolarmente cari a Silvio Berlusconi, per esempio l’Istituto salesiano che ha frequentato, o lo stadio di San Siro dove ha ottenuto successi a livello mondiale in campo sportivo. Berlusconi era un grande lombardo, un uomo che ha saputo interpretare i valori di questa grande regione alla quale era molto legato e della quale era molto innamorato”.

“L’intitolazione del Belvedere al 39esimo di Palazzo Lombardia a Silvio Berlusconi è uno dei regali più belli. Da qui domina la sua città e il suo San Siro” ha evidenziato il vicepremier, Matteo Salvini.

“Silvio – ha aggiunto – è un uomo che ha fatto tutto e vinto tutto”. Salvini ha poi sottolineato come “l’Italia stia crescendo più della Germania e nella prossima legge di bilancio spenderà meno della Francia. Questi sono dati oggettivi e concreti, ‘alla Berlusconi'”.

“Fin da quando ha iniziato la sua attività di imprenditore, aveva fatto capire che era speciale, che lasciava il segno. Qualunque impresa da lui realizzata arricchiva il territorio. E proprio per tutto quel che ha fatto Silvio, credo sia una cosa bella intitolargli questa sala”.

Queste le parole di Paolo, fratello di Silvio Berlusconi.

“Oltre che essere motivo di orgoglio per la nostra famiglia – ha detto ancora – credo sia motivo di lustro per questa regione. Qui si incontreranno cittadini, imprese, delegazioni internazionali e capi di Stato. Ringrazio la Regione, il presidente Fontana, per quello che è un atto di riconoscenza. Un atto tempestivo, un atto d’amore, di quel sentimento che ha permeato la vita di Silvio. Oggi festeggiamo l’87esimo compleanno di Silvio, e dico ‘festeggiamo’ perché Silvio c’è ed è nella storia”.

“Desidero ringraziare il presidente Fontana – ha detto Barbara Berlusconi, visibilmente commossa – per questa decisione. Per i milanesi e per i lombardi questo è un luogo iconico. Da qui si può ammirare Milano in tutta la sua bellezza, ‘la mia Milano’ come amava ripetere mio padre. Una città che gli ha dato tanto, a cui lui ha voluto restituire con il suo lavoro ciò che Milano gli ha permesso di realizzare. Oggi non sono qui per parlare dell’imprenditore o del politico, ma per ricordarlo come figlia. È sempre stato un padre amorevole dal cuore buono e dall’animo nobile. Inutile dire quanto manchi ogni giorno, sempre di più, a me e ai miei fratelli, ma portiamo nel cuore i suoi insegnamenti e il suo esempio, la sua innata umanità, il rispetto profondo che nutriva per tutte le persone e per ogni cosa, la sua generosità e il suo grande coraggio”.

BEAUTY WEEK

“Giunta quest’anno alla sua seconda edizione, la Beauty Week Milano è oggi in corsa per diventare una ricorrenza fissa, annuale, nel calendario delle ‘weeks milanesi’, che tanto contribuiscono al nostro turismo e indotto imprenditoriale”.

Così Barbara Mazzali, assessore regionale al Turismo, Moda e Marketing Territoriale oggi al convegno di apertura della Milano Beauty Week a Palazzo Lombardia, dove ha portato i saluti del presidente Attilio Fontana.

Presente, fra gli altri, anche il viceministro delle Imprese e il Made in Italy, Valentino Valentini. “Nella sua prima edizione la Beauty Week ha attratto 10.000 visitatori, una cifra enorme per un evento di lancio – sottolinea Mazzali – e quest’anno puntiamo ancora più in alto, certi che la settimana dedicata alla bellezza attragga un interesse crescente, perché oggi ‘bellezza’ fa rima con ‘benessere'”.

Mazzali evidenzia numeri importanti registrati dalla Regione: “La cosmesi, insieme alla moda e al design, ha in Lombardia il suo ‘cuore produttivo’: le aziende lombarde della cosmetica sono pari al 55% del totale nazionale e fatturano complessivamente il 66% dell’ammontare italiano. La Lombardia incide in maniera notevole anche sulla produzione mondiale di cosmetici, stando ad alcuni report, sviluppandone il 2%. Di nuovo mi piace sottolineare che la Cosmetica, come per la moda, non è ‘di casa’ solo a Milano, ma ‘abita’ in tutta la Lombardia”.

 

BELVEDERE EXPERIENCE

Lunedì 2 ottobre, a partire dalle ore 14, in occasione della ‘Festa dei Nonni’, è prevista un’apertura straordinaria del 39° Piano Belvedere di Palazzo Lombardia che consentirà di offrire una #BelvedereExperience ai nonni e nipoti che potranno celebrare insieme questa ricorrenza.

La salita al Belvedere, completamente gratuita previa prenotazione, consentirà a nonni e nipoti di ammirare, a 161 metri di altezza, il panorama della città dall’alto, una vista mozzafiato dello skyline di Milano per scorgere monumenti, edifici storici e punti strategici.

Ad accompagnarli ci saranno tre professionisti che condurranno la visita guidata con competenza e passione mentre i fotografi, grazie a una postazione dedicata a nonni e nipoti, cattureranno i momenti speciale per una foto ricordo.

L’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale e Pari opportunità di Regione Lombardia, Elena Lucchini, nell’invitare tutti a partecipare alla festa, ha sottolineato “l’inestimabile patrimonio rappresentato dai va celebrato ogni giorno ma con questa ricorrenza vogliamo rendere omaggio e festeggiare una figura fondamentale per la nostra comunità”.

I nonni, ha proseguito Lucchini “sempre più preziosi e indispensabili per la gestione della famiglia e per la cura dei nipoti, sono la testimonianza di saggezza e di valori che dobbiamo saper tramandare. Per ringraziarli del loro straordinario impegno quotidiano abbiamo pensato di offrire loro un piccolo regalo come la Belvedere Experience, un’esperienza da condividere con i loro amati nipoti. Grazie a tutti i nonni e a tutte le nonne”.

La ‘Festa dei Nonni’ è stata istituita con la Legge 159 del 31 luglio 2005 e si celebra il 2 ottobre, giorno dedicato agli Angeli custodi.

AL FEMMINILE

Il Museo Bagatti Valsecchi si cimenta per la prima volta in una avvincente produzione teatrale: Le lacrime amare di Petra von Kant, nata come pièce nel 1971 e poi trasposta nella versione cinematografica nel 1972 dallo stesso regista Rainer Werner Fassbinder.

Per la prima volta a Milano un museo produce uno spettacolo teatrale che vedrà il suo debutto nel Salone d’Onore della Casa Museo il 28 settembre 2023.

La storia della stilista Petra von Kant è un dramma sull’amore tutto al femminile. Una storia scritta più di cinquant’anni fa, ma dalle dinamiche estremamente attuali, che affronta il tema della dipendenza affettiva e del potere. Petra, donna emancipata e volitiva, si innamora perdutamente di Karin, aspirante modella: nel corso della pièce, i ruoli si ribaltano fino a che, da figura dominante, Petra si ritrova schiava dei suoi stessi desideri.

Gli ambienti del Museo, tra casa privata e spazio espositivo, sono il luogo ideale per ospitare questo racconto che ha luogo proprio all’interno di un appartamento, dove il pubblico abita lo stesso spazio scenografico delle attrici e ne segue tutti i movimenti da vicino, riducendo così la separazione classica tra palcoscenico e platea.

“Io credo che ogni essere umano” – afferma Petra – “per come è fatto, ha bisogno di un altro essere, eppure… non ha imparato a stare assieme a un altro”. Riflessioni queste che ci immergono nei sentimenti e nelle problematiche del quotidiano e che vengono sublimate dal fatto di essere messe in scena proprio all’interno di un Museo, come racconta Eliana Miglio. Milanese di nascita, torna dopo tanti anni al suo primo amore, il teatro, e lo fa proprio nella città dove è nata: “Il Museo Bagatti Valsecchi ci aiuta a riscoprire una pietra preziosa qual è il testo di Fassbinder; ambientare la pièce nel suo salone d’onore ci fa subito capire che siamo di fronte a qualcosa di artistico e creativo; come in un tableaux vivant, il Museo potenzia e amplifica la personalità dei personaggi”.

A proposito del testo, la regista Camilla Brison afferma: “Le lacrime amare di Petra von Kant è una storia d’amore. Definirlo dramma, melodramma o commedia è ininfluente se ci si pensa bene. Come ogni storia d’amore nasce, cresce e finisce. Per alcuni questo arco riassume la bellezza dell’amore, per altri è una verità insostenibile. Per noi che abbiamo dovuto mettere le mani in pasta, è soltanto come le cose si svolgono tra Karin e Petra. Non siamo andate a caccia del carnefice e della vittima. Ci siamo soprattutto chieste: come ama questo personaggio? E come ama quest’altro? Partendo sempre dal presupposto che se un qualche tipo di relazione intercorre tra due persone, se esiste quindi una relazione, esiste l’amore, un qualche tipo d’amore. Il risultato non lo conosciamo; il risultato è probabilmente agli occhi del pubblico una dinamica di potere e un gioco di ruolo, ma se si lascia scorrere lo sguardo oltre all’utilitarismo apparente dei due personaggi ci si accorge che siamo di fronte a due esseri che cercano disperatamente di capirsi e non ci riescono. Soprattutto, quando non riescono a capirsi, vanno oltre. Questo è il vero dramma, ed è anche la cosa per me più affascinante del testo. Fassbinder mostra tutta la fragilità dei personaggi per poi mostrarcene la capacità di recupero, di cambiare pagina. Infatti questi personaggi cambiano, cambiano tantissimo da una scena all’altra. Petra è cinica e un momento dopo si innamora, è innamorata pazza e un momento dopo è disperata; è disperata e un momento dopo risoluta e poi ancora innamorata e così via. Guardando queste due donne che si conoscono, si amano e si tradiscono dovremmo chiederci: chi di noi pensa di essere egoista quando ama? Nessuno di noi lo affermerebbe apertamente. Così Petra vuole sì disperatamente Karin per sé, ma è convinta di amarla. Così Karin difende disperatamente la propria libertà, ma è convinta di amare Petra. E allora viene spontaneo domandarsi: chi siamo quando amiamo?”.

Per la produzione di questo spettacolo teatrale il Museo Bagatti Valsecchi si è avvalso di un intreccio virtuoso di collaborazioni, cercando di riscoprire ed esaltare le professionalità che ruotano intorno al teatro, che possono essere di grande interesse per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro.

La partnership con l’ACCADEMIA IUAD di Napoli e Milano nasce proprio con questo spirito: mettere al centro di una produzione teatrale le competenze degli studenti che si sono cimentati nell’ideazione e nella creazione dei costumi di scena delle due attrici seguiti e coordinati dalla regista Camilla Brison e dai loro docenti. Così facendo il Museo Bagatti Valsecchi persegue l’intento dei fondatori, i fratelli Fausto e Giuseppe, che hanno dato fondamentale rilievo alla creatività a loro contemporanea dando vita a una originalissima interpretazione del Rinascimento. Esaltando le competenze degli studenti, proprio come accadeva in casa Bagatti Valsecchi, la regista Camilla Brison ha lavorato con i giovani creativi dell’ACCADEMIA IUAD. Dopo lo studio e varie riflessioni sul testo, sono nati i bozzetti degli abiti, frutto di un lavoro collettivo tra gli studenti di Napoli e Milano. Gli abiti sono poi stati realizzati dagli stessi studenti che hanno così potuto seguire l’intero iter di una produzione teatrale classica, avvicinandosi ad una professione che dialoga con la moda e che può essere a poco a poco riscoperta.

Grazie a questo spettacolo il Museo Bagatti Valsecchi rafforza la collaborazione con SCAVIA, marchio prestigioso di gioielli in tutto il mondo, creati con la cura dei dettagli e l’esaltazione dei materiali preziosi. Proprio per esaltare l’identità della protagonista e il suo ruolo nel mondo della moda e del lusso, Eliana Miglio, che veste i panni di Petra, indosserà durante lo spettacolo alcune affascinanti creazioni di Scavia.

Prosegue la collaborazione con Rocca di Frassinello, i cui vini saranno tra i protagonisti dello spettacolo, e con cui tutti i visitatori potranno brindare a inizio serata.

L’impegno del Museo Bagatti Valsecchi non si ferma qui e, dopo il debutto a Milano, sta già lavorando per portare Le lacrime amare di Petra von Kant in giro per l’Italia

FESTIVAL MAHLER

L’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso, ha partecipato alla presentazione del ‘Festival Mahler’ presso l’Auditorium di Milano. L’iniziativa musicale, in programma dal 22 ottobre al 13 novembre, celebra i primi trent’anni di attività dell’Orchestra Sinfonica di Milano e i primi venticinque anni del Coro Sinfonico di Milano.

“In una delle mie prime uscite pubbliche – ha affermato l’assessore Caruso – abbiamo presentato la stagione 2023-2024 dell’Orchestra Sinfonica, con un programma variegato ma in grado, al tempo stesso, di superare anche i confini geografici. Mi fa particolarmente piacere, quindi, poter celebrare oggi i 30 anni di questa splendida realtà”.

“L’Orchestra Sinfonica – ha aggiunto – è fondamentale anche perché arricchisce l’offerta culturale lombarda e aumenta l’attrattività della nostra regione agli occhi dei turisti italiani e internazionali. Tra l’altro, riesce a far conoscere la grande musica sinfonica al pubblico di ogni genere ed età, estendendola, quindi, anche agli ospiti business di aziende e fiere”.

“Il Festival – ha proseguito – racconta la nostra italianità in questo ‘abbraccio’ musicale che avvolge tante grandi realtà. Coinvolgere ben 10 grandi orchestre sinfoniche del nostro Paese e portarle qin Lombardia è sicuramente un motivo di grande orgoglio per l’istituzione regionale, che segue e sostiene l’orchestra sinfonica di Milano”.

“Educare alla musica – ha spiegato l’assessore regionale – significa dotare ciascun ragazzo di un forte antidoto al disagio. Ciò in una visione rivolta al futuro, che non perde qualità nella sua offerta articolata ma che mette al centro anche proposte innovative”.

“Il mio auspicio – ha concluso Caruso – è che questi primi trent’anni rappresentino solo una prima sinfonia di uno spartito che, insieme, andremo ancora a scrivere e ad arricchire. Il festival continuerà a crescere: sono certo che il meglio debba ancora venire”.

INCLUSIONE SOCIALE

L’Ospedale Niguarda, in occasione della Fashion Week di settembre, ha ospitato l’evento ‘L’amore, il rispetto, la cura’. Una manifestazione promossa da Medicinema Italia ETS, unica organizzazione nazionale riconosciuta per l’utilizzo del cinema e dell’arte a scopo di cura e dall’Associazione Naschira partner di Barrett International Group di Virginia Barrett (attrice, regista, musicista) che realizza Eventi a favore delle donne, in collaborazione con l’Associazione ‘Attivecomeprima’, impegnata da tempo nel sostegno di persone malate di cancro e dei loro familiari.

“Per Regione Lombardia – ha detto l’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchini che ha partecipato al Flashmob ‘100donnevestitedirosso’ a cura dell’Ambasciatrice UNICEF e cantautrice Alessia Cotta Ramusinola – qualità della vita e inclusione sociale delle persone malate e sottoposte a terapia oncologica sono prioritarie. Prendersi cura della propria bellezza interiore ed esteriore significa sentirsi meglio e trovare nuovi strumenti per far fronte al disagio e alla solitudine che spesso si accompagnano alla malattia”.

Erano presenti dottoresse, infermiere, operatrici socio-sanitarie, farmaciste e volontarie della Croce Rossa Italiana.

FESTIVAL TOCATÌ

Sei Giochi tradizionali lombardi hanno ottenuto il riconoscimento dell’Unesco come patrimonio culturale. Si tratta delle ‘comunità di gioco’ della Lombardia incluse nel ‘Tocatì’, il programma condiviso per la salvaguardia di Giochi e Sport Tradizionali ufficialmente iscritto nel ‘Registro delle Buone Pratiche Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale’.

“Il XVII Comitato Intergovernativo della Convenzione Unesco – ha evidenziato l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso – ha apprezzato il dossier di cui l’Italia è capofila e al quale, come Regione Lombardia, abbiamo contribuito concretamente. I Giochi tradizionali fanno parte della nostra storia e hanno una grande valenza culturale che viene riconosciuta anche dal massimo organismo internazionale”.

Fino a domenica, a Verona, è in corso il Festival Tocatì, evento di cultura ludico tradizionale organizzato dall’Associazione Giochi Antichi (Aga), mentre nei giorni scorsi, al Ministero della Cultura, si è svolta la cerimonia delle pergamene per celebrare il traguardo raggiunto.

L’impegno di Regione Lombardia si allarga anche a progetti di partenariato europeo come il ‘Living Heritage Journeys. The integration of intangible heritage into cultural heritage tourism experiences’: “L’assessorato regionale alla Cultura, con l’Archivio di Etnografia e Storia Sociale – ha sottolineato Caruso – è partner associato con altre 20 importanti istituzioni europee in questa iniziativa che punta a creare sinergie tra i vari gruppi e favorire un turismo legato anche al patrimonio culturale immateriale. In questo senso il riconoscimento dell’Unesco è un passo significativo nel processo strategico di salvaguardia che vogliamo attuare”.

“I Giochi tradizionali – ha detto Caruso – sono elementi di vitalità nei territori in cui si praticano e non devono cadere nell’oblio. L’obiettivo è contribuire a far conoscere queste pratiche come patrimonio culturale, attribuendo ad esse tutto il valore che meritano”.