REPERTI UNICI

Il racconto delle Olimpiadi dalle origini ai giorni nostri nella mostra ‘I Giochi Olimpici. Una storia lunga tremila anni’, aperta al pubblico da domani, mercoledì 26 novembre 2025, alla Fondazione Luigi Rovati a Milano e presentata oggi in anteprima nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso.

L’esposizione è sostenuta da Regione Lombardia attraverso il bando ‘Olimpiadi della Cultura’, che sta consentendo di attivare sui territori molteplici iniziative legate ai Giochi di Milano Cortina 2026.

La mostra ricostruisce l’evoluzione dell’olimpismo dagli esordi fino all’età contemporanea, con un taglio internazionale e un approccio museologico innovativo. Realizzata in coproduzione con il Museo Olimpico e con il Musée cantonal d’archéologie et d’histoire di Losanna (Svizzera), riunisce reperti e testimonianze provenienti da alcune tra le più prestigiose istituzioni europee.

“Questa iniziativa – ha affermato Caruso – ci ricorda che lo sport non è soltanto competizione, ma anche storia e cultura. Proporre un percorso espositivo di questa portata significa offrire alla Lombardia un’occasione di conoscenza, dialogo e identità alla vigilia di Milano Cortina 2026. È lo stesso obiettivo che abbiamo perseguito con i ‘Giochi della Cultura’, il progetto con cui Regione sostiene 33 iniziative, tra cui questa mostra, pensate per raccontare, attraverso il linguaggio della cultura, il viaggio verso l’appuntamento olimpico. L’esposizione si inserisce perfettamente in questa visione: è una narrazione potente che attraversa tremila anni di storia e restituisce i valori più autentici dei Giochi Olimpici”.

La mostra mette in luce la continuità dei valori fondativi dell’ideale olimpico – eccellenza, rispetto, amicizia – e il costante dialogo tra sport, cultura e ritualità collettiva. Dalla Grecia antica alla visione moderna di Pierre de Coubertin, fino ai grandi protagonisti del Novecento, si costruisce un ponte tra mondi lontani attraverso un linguaggio che intreccia archeologia, storia e testimonianze sportive.

Particolarmente significativo il nucleo dei prestiti nazionali e internazionali. Dal Museo archeologico nazionale di Tarquinia (Viterbo) arriva in Lombardia e viene esposta la celebre Tomba delle Olimpiadi (530–520 a.C.), scoperta nel 1958 alla vigilia delle Olimpiadi di Roma 1960. La tomba è proposta anche in una ricostruzione digitale immersiva realizzata da Skylab Studios. Dal Museo Olimpico di Losanna provengono inoltre oggetti iconici come i guantoni da boxe di Pierre de Coubertin e la maglia indossata da Usain Bolt a Pechino 2008, esposta per la prima volta a Milano.

Accanto ai reperti della Fondazione Luigi Rovati, il pubblico potrà ammirare materiali provenienti dai Musei Vaticani, dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, dal Musée cantonal d’archéologie et d’histoire di Losanna e da altre importanti istituzioni italiane e internazionali, in un dialogo che attraversa epoche, culture e discipline.

Una sezione dedicata affronta infine il tema dell’inclusione, mostrando il lungo percorso che – dal carattere elitario dei giochi antichi – ha condotto alla piena parità di genere raggiunta a Parigi 2024. Un’evoluzione che testimonia come il movimento olimpico sia diventato, nel tempo, uno spazio sempre più aperto, rappresentativo e universale.

SENZA FINE

Palazzo Lombardia, sede della Giunta regionale, con le bandiere a mezz’asta in segno di lutto cittadino, ha voluto rendere omaggio a Ornella Vanoni – in concomitanza della celebrazione delle esequie – proiettando sui tre maxischermi che fanno da sfondo alla pista del ghiaccio in funzione da domenica, altrettante immagini dedicate alla carriera dell’artista milanese. In sottofondo le note di ‘Senza fine’ in un’atmosfera che ha voluto tributare l’ultimo saluto alla cantante lombarda . Lo scorso anno – ricordano da Palazzo Lombardia – a inizio febbraio, la chiusura festosa dell’iconica pista del ghiaccio della Regione, era stata invece scandita dall’allegria della musica di ‘La voglia, la pazzia’, brano interpretato proprio da Ornella Vanoni, Toquinho e Vinícius de Moraes.

TORNA LA PISTA

Anche quest’anno torna a Palazzo Lombardia l’atteso appuntamento con la pista del ghiaccio, iniziativa che trasformerà la piazza coperta più grande d’Europa in una distesa bianca su cui grandi e piccini potranno trascorrere ore di puro divertimento in famiglia o con gli amici. Obiettivo, battere il record delle 40.000 presenze fatte registrare lo scorso anno.

Da domenica 23 novembre 2025 fino al prossimo 18 gennaio 2026, l’impianto sportivo renderà la piazza di Palazzo Lombardia un luogo magico dove vivere al meglio l’atmosfera del Natale.

Da segnare in agenda la data di giovedì 27 novembre: alle ore 18 si sarà infatti l’inaugurazione delle iniziative natalizie promosse da Regione Lombardia alla presenza del presidente Attilio Fontana. In quest’occasione sarà eccezionalmente possibile accedere gratis alla pista di ghiaccio dal termine della cerimonia fino alle 21 dello stesso giorno.

La pista rimarrà aperta per tutto il periodo delle festività natalizie.

LOGO UNICO

Un palinsesto di 33 iniziative culturali promosse nei territori in occasione delle Olimpiadi. I Giochi della Cultura, finanziati e sostenuti da Regione, entrano nel vivo con la presentazione del nuovo logo e dell’immagine coordinata che caratterizzerà tutti gli eventi in programma.

La nuova ‘identità grafica’ e il calendario degli appuntamenti sono stati presentati oggi nel corso di una conferenza stampa alla Triennale Milano a cui hanno partecipato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso.

“I Giochi della Cultura – ha sottolineato il governatore Fontana –rappresentano un’ulteriore opportunità per dare evidenza al patrimonio culturale della nostra Regione, che, sono convinto, saprà affascinare turisti e visitatori. Le Olimpiadi sono l’occasione migliore per mostrare al mondo le nostre bellezze artistico-culturali e nel contempo per rafforzare il senso di comunità che stiamo costruendo. Siamo più di una Regione: abbiamo un ‘idem sentire’ e un afflato identitario che ci aiuta a vincere le sfide e ad essere quello che siamo”.

L’assessore Caruso ha osservato come nuovo logo e comunicazione condivisa per i Giochi della Cultura “aiutino a costruire un unico grande racconto, quello di una Lombardia fulcro e motore culturale del Paese in grado di accompagnare le Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali con una presenza viva, coordinata e riconoscibile nei territori”.

“I Giochi della Cultura – ha detto ancora Caruso – si configurano come un’unica cornice narrativa che, grazie alla preziosa collaborazione con Triennale Milano, possiede sua identità visiva, una sua riconoscibilità e una sua voce”.

Le ‘Olimpiadi della Cultura’ includono mostre, spettacoli, installazioni, incontri e laboratori, per un calendario di eventi destinato a concludersi nella metà del 2026, coinvolgendo territori, istituzioni e comunità in un percorso culturale che si affianca e integra la competizione sportiva.

KOUNELLIS | WARHOL

Dal 26 novembre 2025 al 29 maggio 2026, la Galleria Fumagalli ospita l’esposizione Kounellis | Warhol. La messa in scena della tragedia umana: la classicità di Jannis Kounellis e il pop di Andy Warhol.

Ben lontani dal voler ridurre i due maestri dell’arte contemporanea a una medesima matrice e respingendo ogni sovrapposizione che possa appiattirne la singolare identità, l’esposizione si presenta come un’occasione di riflessione critica su Jannis Kounellis ed Andy Warhol, con le loro differenze ideologiche ed estetiche, ma anche con le loro tangenze culturali e comune tensione nei confronti della potenza e del mistero della spiritualità.

Il progetto espositivo in Galleria Fumagalli include anche un importante approfondimento presso il Museo San Fedele di Milano che ospiterà dal 12 dicembre un inedito dialogo tra l’opera permanente di Jannis Kounellis allestita nella cripta (Senza titolo, Svelamento, 2012) e un’opera di Andy Warhol in prestito per l’occasione.

La mostra sarà arricchita da un’estesa pubblicazione che raccoglie contributi critici e memorie personali di importanti autori quali, fra gli altri, Andrea Dall’Asta SJ, Demetrio Paparoni, Gianni Mercurio, Gerard Malanga, Lóránd Hegyi, Luca Massimo Barbero, Franco Fanelli, Annamaria Maggi, Maria Vittoria Baravelli, Sandro Barbagallo, Massimo Recalcati.

Il volume si correda di un significativo apparato di immagini fotografiche autoriali e sarà presentato dopo l’apertura della mostra.

Jannis Kounellis (Il Pireo, Grecia, 1936 – Roma, 2017) e Andy Warhol (Pittsburgh, Pennsylvania, 1928 – New York, 1987) hanno segnato in modo radicale il loro tempo, lasciando un’impronta profonda nella storia dell’arte. A un primo sguardo, sembrano incarnare due archetipi inconciliabili: l’alfa e l’omega di due visioni artistiche, due concezioni della realtà che si sono confrontate e, talvolta, scontrate. Le loro traiettorie si sono sviluppate in parallelo, ma in universi quasi distinti: Jannis Kounellis immerso nell’ombra e nel peso della materia, Andy Warhol nell’abbaglio fluorescente della superficie dell’immagine.

Oggi, a distanza da quel contesto storico e in un periodo in cui si sono dissolte le ideologie, appare fecondo creare un dialogo tra questi due maestri, non solo per metterne a confronto le differenze ma soprattutto per analizzare le radici comuni di quella grande energia che ha animato un periodo irripetibile dell’arte contemporanea, nonché sondare quel terreno comune da cui scaturì quella straordinaria stagione.

Entrambi sono espressione dell’Occidente e si sono sentiti figli di due città che, a buon diritto, possiamo chiamare “caput mundi”: Roma, per Kounellis, nell’antichità e della cristianità; New York, per Warhol, capitale dell’immaginario globale nel dopoguerra e motore del capitalismo. Ma entrambi mantengono un legame profondo con le radici orientali e le tradizioni spirituali delle loro terre d’origine: la Grecia ortodossa e mediterranea per Kounellis, e quella Slovacchia cattolica e dalle influenze bizantine che permea l’infanzia di Warhol.

Chiunque si accosti oggi al loro lavoro si imbatte in una parola tanto ricorrente quanto insidiosa: icona. Una parola che rischia di diventare una trappola semantica, svuotata di significato dall’uso eccessivo. Tutto è “iconico”: ogni volto, ogni oggetto, ogni immagine. Ma per Kounellis e Warhol, l’icona non è un semplice oggetto di culto mediatico, essa mantiene, pur in contesti esplicitamente profani, una tensione verso il senso assoluto.

In Kounellis, questa tensione si manifesta attraverso un’estetica della materia che incorpora gli oggetti del lavoro, i materiali poveri, gli elementi primari: ferro, carbone, lana, sacchi di iuta, fiamme. La sua è una liturgia laica, anzi materialista, un rito tragico in cui il dolore del mondo trova espressione nella materia stessa. Alla Galleria Fumagalli sono esposte alcune delle sue opere, strutture in ferro su cui poggiano ora sacchi pieni di carbone, ora cappotti compressi, ora capelli trafitti da lame: oggetti veri che portano la traccia dell’esistenza umana, della sua quotidianità e delle sue fatiche.

Nelle opere di Warhol il dramma umano si nasconde dietro i simboli del consumo e della celebrità come nelle lattine di zuppa Campbell o nei volti di Marilyn e Jackie Kennedy, donne che celano con la bellezza il loro dolore: sono tutte immagini dietro alla cui superficie patinata si cela un’intima spiritualità, un senso del tragico che trasforma quelle figure in icone moderne. Alla Galleria Fumagalli sono esposte opere delle serie “Knives” e “Shadows”, che evocano la caducità e la fragilità della vita. In mostra anche alcune polaroid, uno dei mezzi espressivi preferiti da Warhol proprio per l’estemporaneità di realizzazione e la capacità di generare un diario visivo di icone della quotidianità.

Kounellis è stato un intellettuale, ateo e marxista, legato a una visione politica del mondo e della storia; Warhol era ambiguo, dissimulato, restio a parlare di sé stesso, profondamente religioso, eppure icona pop. Entrambi, a modo loro, si sono rivolti alla massa, al popolo, agli emarginati. La bellezza che emerge dai loro lavori è tragica, ma mai disperata: è la bellezza di ciò che resta, di ciò che sopravvive al disincanto della Storia e del consumo. Ed è forse in questo terreno comune — la tragicità del quotidiano, l’universalità del materiale e la rigorosa etica dell’artista — che si può trovare la chiave per un dialogo possibile tra i due artisti.

PATRIMONI

‘Gli alberi monumentali della Lombardia, un patrimonio da tutelare’ è il titolo del convegno che si è svolto a Palazzo Brera di Milano alla presenza, tra gli altri dell’assessore al Territorio e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Gianluca Comazzi.

“Gli alberi monumentali – ha spiegato l’assessore Comazzi – rappresentano una parte viva della nostra identità: sono radici profonde della storia lombarda e testimonianze preziose del rapporto tra uomo, natura e territorio. Con il nuovo aggiornamento dell’elenco nazionale, Regione Lombardia si conferma tra le realtà più attente alla tutela del proprio patrimonio verde, grazie a un lavoro capillare portato avanti insieme ai Comuni e ai Carabinieri forestali, che ringrazio per l’impegno quotidiano.

Gli alberi monumentali rappresentano infatti un patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore, testimonianze viventi della storia, del paesaggio e dell’identità dei territori.

“Qui Brera – ha sottolineato – celebriamo questo percorso con un convegno di altissimo livello e presentando una pubblicazione dedicata ad alcune delle nostre meraviglie arboree più suggestive: uno strumento di conoscenza, ma anche un invito a proteggere e tramandare un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini lombardi”.

EBOOK ‘PARCHI’

Regione Lombardia, anche in vista delle prossime Olimpiadi invernali, compie un passo concreto per rendere il proprio patrimonio naturale sempre più inclusivo. L’assessore regionale al Territorio e Sistemi verdi  Gianluca Comazzi, presenta ‘Parchi lombardi per tutti’, il nuovo e-book dedicato all’accessibilità delle aree protette regionali, pensato per consentire anche alle persone con disabilità di vivere pienamente la bellezza dei parchi lombardi.

“Con Parchi lombardi per tutti – ha spiegato l’assessore Comazzi – vogliamo trasformare l’eredità olimpica in un’opportunità per tutti i cittadini, rendendo i nostri parchi sempre più accoglienti, inclusivi e fruibili. Ogni abitante della nostra regione deve godere della bellezza delle nostre aree naturali e dei loro splendidi paesaggi: per questo stiamo lavorando a strumenti che migliorino l’accessibilità e la conoscenza di questi luoghi rafforzando sostenibilità, benessere e partecipazione. È un passo importante verso una Lombardia che non lascia indietro nessuno”.

L’iniziativa rientra nei progetti di legacy olimpica e rafforza l’impegno della Direzione generale Territorio e Sistemi Verdi, attiva nelle procedure di valutazione ambientale e paesaggistica dei principali interventi legati ai Giochi.

Per ciascuna area sono indicate strutture ricettive, percorsi accessibili, servizi disponibili e mappe interattive, anche in versione audio per non vedenti, così da permettere a persone con disabilità motorie, sensoriali o cognitive di pianificare esperienze sicure, personalizzate e di qualità.

Una versione dell’e-book sarà inoltre disponibile anche in lingua inglese: un supporto pensato per gli atleti, le delegazioni e le famiglie in arrivo per i Giochi, e che resterà utile anche in futuro per i turisti internazionali interessati a conoscere e vivere le aree protette lombarde.

Con questa iniziativa, Regione Lombardia pone le basi per una cultura dell’accessibilità estesa e duratura, valorizzando i propri parchi come spazi realmente aperti a tutti.

ARMONIE

Domani l’ultimo appuntamento con le Conversazioni d’Arte, a chiudere il ciclo “Magnifiche armonie” musica a Casa Bagatti Valsecchi. La musica è un elemento ricorrente nella quotidianità dei fratelli Bagatti Valsecchi. Fausto fece decorare la cappa del camino del proprio salottino con un’affascinante raffigurazione di puttini musicanti mentre Giuseppe inserì nel suo, diversi strumenti musicali, tra cui mandolini, liuti e un curiosissimo pianoforte. La casa rifletteva così la loro passione per l’arte della musica.  Partendo dalla narrazione bagattesca, nella seconda parte dell’incontro si andranno a esplorare alcuni grandi capolavori del passato in cui si celebra il rapporto fra musica e miti classici.

GOLF

Il Golf Club Milano protagonista a Palazzo Lombardia. L’occasione è la valorizzazione  del percorso verso il Centenario del  Green Milanese  nel 2028, che culminerà con il ritorno degli Open d’Italia. Le celebrazioni cominceranno nel 2026 con importanti gare nazionali e internazionali, tra le quali l’Open d’Italia femminile e il Gran Premio Città di Milano, gara di selezione degli atleti delle squadre nazionali femminile e maschile. In programma anche un evento dedicato alla memoria di Gianni Albertini, storico presidente del Golf Club Milano e della Federazione Italiana Golf tra gli anni ’50 e ’60 e protagonista dello sviluppo della disciplina in Italia.

Alla conferenza stampa oggi a palazzo Lombardia sono intervenuti Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia , Federica Picchi, sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega a Sport e Giovani, e Guido Camera presidente del Golf Club Milano.

“Una collaborazione importante quella con il Golf Club Milano e con il presidente Camera – ha detto il presidente Fontana – ed altrettanto importante è la valorizzazione di  uno sport che all’estero,  negli Stati Uniti ad esempio,  è molto diffuso mentre da noi è visto ancora come elitario. Ci sono segnali differenti, tuttavia, credo si stia aprendo sempre più verso nuove frange di praticanti, essendoci sempre più opportunità di coinvolgimento. L’iniziativa celebrativa presentata oggi va nella direzione di coinvolgere una platea di persone piu ampia possibile, in uno sport bellissimo”.

“Ricordare Gianni Albertini significa ripercorrere una pagina fondamentale dello sport lombardo e italiano – ha sottolineato Picchi – . È stato un uomo capace di visione, determinazione e coraggio, che ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo del golf nel nostro Paese. Regione Lombardia sostiene con convinzione iniziative che valorizzano la memoria di personalità che hanno saputo costruire progettualità solide, radicate nei territori e capaci di generare opportunità sportive e culturali per molte generazioni”.

L’evento celebrativo principale, ‘L’impresa di Gianni Albertini e il suo progetto sempre attuale per il Golf lombardo e nazionale’, si terrà sabato 22 novembre 2025 alle 18 presso il Golf Club Milano. Una serata celebrativa che intende ripercorrere il ruolo straordinario di Albertini nella crescita del golf italiano nel secondo dopoguerra, ma anche il suo profondo legame con Milano, Monza e la Brianza, territori ai quali ha dedicato una vita di iniziative, relazioni e visione.

“La Lombardia ha il più alto numero di tesserati della Federazione Italiana Golf, – ha ricordato Picchi –  con circa  23mila praticanti. Questo risultato è stato ottenuto anche grazie a figure carismatiche e di spicco come Gianni Albertini. La sua storia è un patrimonio che merita di essere custodito e trasmesso. Albertini ha interpretato lo sport come impegno, disciplina, responsabilità. Valori che oggi più che mai rappresentano una guida per le realtà sportive lombarde e per i tanti giovani che si avvicinano al golf”.

Gianni Albertini è stato ricordato per come la sua eredità culturale e sportiva abbia contribuito a radicare il golf nel tessuto lombardo, rendendo la nostra regione uno dei poli più forti a livello nazionale per numero di praticanti, impianti e attività agonistiche.  “Abbiamo cercato di impostare la nostra azione  – ha ricordato il presidente del Golf Club Milano, Guido Camera – a valori tradizionali che Albertini ha interpretato al meglio: correttezza, resilienza, inclusione, solidarietà, rispetto dell’ambiente e tutela della salute”. Camera ha evidenziato l’importanza del supporto istituzionale nel promuovere attività culturali e sportive che contribuiscano allo sviluppo del movimento golfistico lombardo e alla valorizzazione dei suoi luoghi simbolo. Sostegno fondamentale per promuovere iniziative culturali e sportive che promuovono i valori del golf, e che Gianni Albertini ha incarnato con il proprio esempio.

MANUFACTURING

L’eccellenza del settore manifatturiero lombardo a livello europeo e la resilienza delle imprese del territorio di fronte alle criticità di uno scenario internazionale sempre più complesso. Questi i temi chiave dell’intervento del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che oggi ha aperto i lavori della prima giornata del ‘World Manufacturing Forum’, evento internazionale promosso dalla World Manufacturing Foundation (organizzazione del Politecnico di Milano e di Confindustria Lombardia), in collaborazione con Regione Lombardia. Tema portante dell’edizione 2025, in programma fino a domani a Palazzo Lombardia, è in particolare il ruolo delle nuove tecnologie nel percorso di transizione ecologica e digitale del comparto, due ambiti cruciali per promuovere la competitività del settore.

“Siamo la principale regione manifatturiera d’Europa – ha sottolineato il presidente Fontana –  e lo abbiamo confermato con risultati eccellenti nel 2024, sia sul fronte dell’export sia su quello dell’import. Anche nei primi mesi del 2025 abbiamo dimostrato una notevole capacità di tenuta. Dobbiamo continuare a sostenere con convinzione le nostre aziende manifatturiere. E’ evidente che stiamo attraversando un periodo complesso: le tensioni internazionali e geopolitiche generano difficoltà, ma sono certo che la capacità, la solidità e la flessibilità dei nostri imprenditori ci consentiranno ancora una volta di superare questa fase”.

Al convegno, da cui è emerso il ruolo di primo piano della Lombardia come hub del comparto, ha partecipato anche l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione Alessandro Fermi che ha evidenziato l’importanza di un approccio sinergico al tema dell’innovazione, capace di far dialogare in modo proficuo formazione, imprese e mondo della ricerca.

“L’edizione 2025 del World Manufacturing Forum – ha spiegato l’assessore –  ha scelto come obiettivo l’esame delle tecnologie in grado di migliorare la produttività, l’efficienza e la sostenibilità del comparto manifatturiero. È ciò che sta facendo anche Regione Lombardia con il ‘Piano industriale strategico per il rilancio della Lombardia’. Accanto a bandi e misure a sostegno delle imprese, dunque, abbiamo deciso di puntare sul rafforzamento delle competenze e sullo sviluppo di una nuova mappatura delle specializzazioni settoriali, che ci aiuti a far emergere anche i poli minori, per poi connetterli con i poli specialistici di riferimento, i centri di ricerca, le strutture formative e le aziende più dinamiche. In questa pianificazione strategica si integrano anche le Zone di Innovazione e Sviluppo (Zis), che promuovono l’aggregazione tra soggetti pubblici e privati, stimolando al contempo uno scambio di conoscenze tra università, centri di ricerca, aziende e mercati”.

Tra i relatori il presidente di Confindustria Lombardia Giuseppe Pasini, il presidente della World Manufacturing Foundation Diego Andreis e Marco Taisch, presidente del comitato scientifico della World Manufacturing Foundation e professore al Politecnico di Milano. Nel corso dell’evento è stato letto inoltre  un messaggio del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che ha sottolineato l’importanza delle tecnologie di ultima generazione e della sostenibilità nel sviluppo del settore.

Tanti i temi emersi nel corso dei diversi panel tematici: dall’importanza di sfruttare al meglio soluzioni come l’intelligenza artificiale, alle potenzialità dell’Industrial Internet of Things (IIoT) per rendere le pmi del settore sempre più resilienti e competitive di fronte alle sfide globali in tema di  sostenibilità e digitalizzazione.

Sull’importanza di mettere il comparto manifatturiero al centro delle politiche nazionali ed europee in un contesto internazionale complesso  si è soffermato  in particolare il presidente di Confindustria Lombardia Pasini. “Il tessuto industriale lombardo – ha detto –  pur in un contesto globale caratterizzato da cambiamenti epocali, sta dimostrando flessibilità e capacità di adattamento.  L’incertezza è il nemico numero uno di chi fa impresa e le imprese non possono competere da sole nell’attuale contesto di incertezza globale. Abbiamo perciò l’esigenza di far tornare l’industria manifatturiera al centro delle politiche sia nazionali che soprattutto europee”.

“In uno scenario geopolitico sempre più complesso, tra dazi, nuove potenze industriali e filiere globali in trasformazione – ha chiarito Marco Taisch, presidente del comitato scientifico del World Manufacturing Forum –  l’Europa e l’Italia devono puntare sui propri fondamentali: innovare i prodotti rendendoli intelligenti e sostenibili, ridisegnare le organizzazioni per rispondere alla domanda ‘tutto e subito’ e utilizzare realmente le tecnologie digitali, non solo l’intelligenza artificiale. Il nuovo paradigma industriale si fonda sulla capacità di analizzare i dati per prendere decisioni basate sui numeri: dopo lavoro, materie prime e impianti, i dati diventano il quarto fattore produttivo”.

” Il World Manufacturing Forum – ha commentato il presidente Andreis – torna in un momento storico complesso, segnato da trasformazioni tecnologiche accelerate e da forti tensioni sulle catene di fornitura globali.  L’Italia e la Lombardia restano un motore industriale fondamentale, ma nessun sistema produttivo può affrontare da solo le sfide attuali. Servono visione, cooperazione e scelte industriali chiare per colmare il divario con le grandi potenze e guidare una crescita sostenibile e inclusiva”.