Oggi vi parlerò di un’altra ghiottoneria proveniente dal sud Italia l’impepata di cozze, inizio perfetto dei grandi pranzi tradizionali domenicali servito generalmente come antipasto. Costituito solamente da 2 ingredienti ossia le cozze e il pepe, rende felice i puristi in quanto il solo e unico protagonista è il mollusco con il gusto deciso e particolare che lo contraddistingue senza troppi condimenti che possono alterarne il sapore. Viene consentita al limite l’aggiunta di un poco di prezzemolo o qualche goccia di limone o in altre varianti con poche gocce di olio, 2 spicchi d’aglio e del peperoncino. Anche se facile da realizzare racchiude la filosofia di una parte della cucina italiana che fa della semplicità il proprio cardine permettendo di raggiungere la massima resa col minimo sforzo. Inutile dire che l’intero piatto può fungere da vero e proprio condimento per piatti molto più elaborati uno fra i tanti è le cozze alla tarantina, ma questo è l’inizio di un’altra storia… Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani
Categoria: TASTE IT | Spankhmayer
Via Montenapoleone | Food
PIACERE CHE DIVIDE
Oggi parlerò di un piatto che divide gli italiani tra chi lo adora e chi non lo può proprio sopportare. La trippa è una frattaglia usata in gastronomia che si ricava dai prestomaci dei bovini. Un piatto tradizionale di molte regioni italiane in particolare della Liguria nella zona Genovese ma anche in misura minore di altre regioni italiane tra cui il Veneto, la Toscana, il Lazio e la Lombardia. In quest’ultima a Milano viene chiamata “Bùsecca” e il termine “busecconi (mangia trippa) viene utilizzato per dipingere bonariamente i milanesi stessi. In base alla zona in cui viene cucinata verrà accompagnata da condimenti diversi tra loro tra cui fagioli, pomodori e patate. Può essere mangiata cruda, in umido o cucinata in un determinato modo. Diciamolo non fa della presentazione il suo punto forte e la sua digeribilità è resa difficoltosa dall’abbondanza di tessuto connettivo elastico. Essendo inoltre ricca di colesterolo è scarsamente sconsigliata ai colesterolemici. Tuttavia esiste una buona parte di italiani che non si lasciano scoraggiare e anzi la considerano una vera e propria leccornia. Se pensiamo che viene largamente consumata in varie parti del mondo evidentemente un motivo ci sarà. Lascio a voi scoprirlo… Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani
IL RITO
Ogni mattina in Italia , al sorgere del sole, un italiano si sveglia e sa che dovrà consumare un cappuccio ed un cornetto se vorrà iniziare bene la giornata, come un cappuccio ed un cornetto sanno che nonostante verranno prodotti a milioni non arriveranno a fine giornata… non ne avanzerà nemmeno uno. Ci sono cose che per gli italiani sono irrinunciabili, e una tra queste è il piacere di mangiarsi un buon cornetto col cappuccio. Del secondo abbiamo già parlato tempo fa così oggi ci concentreremo sul primo. Si tratta di una specialità alimentare dolce a forma di mezzaluna chiamata cornetto proprio perché ricorda due piccole corna. Si è diffusa inizialmente in Veneto per poi diffondersi a macchia d’olio su tutto il paese. La sua composizione è a base di farina, olio, burro, acqua e zucchero con l’aggiunta di un tuorlo d’uovo spalmato sulla superficie per renderlo ancora più dorato e appetitoso. Accontenta un po’ tutti, può infatti essere vuoto o farcito con marmellata, crema, cioccolato, miele o anche formaggio e salumi nella sua versione salata. Consumato a casa da soli prima di uscire o al bar in compagnia in questo breve momento di relax riesce a conferirci la giusta carica sia fisica che emotiva che ben ci dispone ad affrontare la giornata. Non appena sorge il sole non importa dove saremo e con chi saremo, ma tutti, saremo alle prese con questo rito propiziatorio che accompagnerà gran parte degli italiani per tutto il resto della vita. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani
FORTE E DECISO
NUOVA STAGIONE
Le giornate iniziano vistosamente ad accorciarsi, le foglie cadono colorando la terra con i caratteristici colori che amiamo tanto e la temperatura inizia a scendere. Molti amano questa stagione grazie all’atmosfera che riesce a trasmettere, ma c’è anche un altro motivo “le caldarroste” che tutti in Italia conoscono. Non c’è nulla di più bello che trovarsi di fronte al camino in una bella serata fredda e cuocerle con la classica padella bucherellata. Possono essere consumate crude, bollite o cotte. Il loro sapore è prevalentemente dolciastro. Nelle città o nelle feste di paese è un piacere vedere questi padelloni in ferro scaldati dal fuoco vivo della brace sotto di essi. Immagini che oltre che scaldare il fisico scaldano anche il cuore. Le strade sono gremite di persone, adulti e piccini che custodiscono gelosamente per le mani questi cartocci in cui vengono servite come se dovessero proteggere un tesoro di inestimabile valore. Agli adulti riaffiorano con nostalgia i ricordi di quando erano piccini e le consumavano insieme ai genitori tenendoli per mano, mentre i bambini ancora non sanno che quello che stanno facendo, e che questo ricordo, li accompagnerà per tutta la vita contribuendo a rendere da malinconica a magica questa colorata stagione… l’autunno. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani
OTTIMO TRAVESTIMENTO
Un piatto particolarmente saporito e semplice da realizzare, si pensa abbia origine napoletane anche se oramai tutte le regioni d’Italia hanno la loro versione di questa particolare lavorazione, parliamo della pizzaiola. Si cuoce il pomodoro a parte per una ventina di minuti dopo averlo insaporito con olio, aglio e sale. Dopo di che si aggiunge la carne che può essere di vari tipi con una spruzzata di origano e il gioco è fatto. In base alle versioni le scaloppine vengono infarinate e rosolate in padella con l’aggiunta alla fine della mozzarella. Volendo si può separare la carne che verrà utilizzata come seconda portata e si usa il sugo particolarmente saporito per condire un primo piatto di pasta rendendolo ancora più gustoso. Un piatto made in italy per eccellenza in cui la bistecca si traveste nel piatto simbolo del nostro bel paese… la pizza. La combinazione perfetta che per gli amanti del genere rappresenta una sorta di viaggio fatto di gusti forti e decisi avente come unica meta l’appagamento. Un ultima cosa, tra gli ingredienti non ho menzionato il pane, ma sappiate che con un piatto del genere la scarpetta non è opzionale bensì parte integrante dell’intera esperienza. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani
SFIZIOSITA’
Capostipiti della cucina abruzzese, ecco a voi gli arrosticini, spiedini di carne di pecora giovane detta “ciavarra” o di montone castrato. Possono essere uniformi, costituiti da cubetti di carne di un cm di lato disposti uno sopra l’altro su uno spiedino di bamboo o betulla di circa 20 cm oppure tagliati col coltello a pezzi irregolari in cui vengono alternati pezzi di carne magra con pezzi di grasso che contribuisce a renderli teneri e morbidi. Ultimamente si stanno diffondendo anche delle varianti in cui si usa il fegato alternato a foglie di alloro o con l’aggiunta di piccole fette di cipolla.
La leggenda narra che siano stati inventati da 2 pastori nel 1930 che tagliarono carne di pecora vecchia in piccoli pezzi , anche vicino all’osso per non sprecare cibo. Successivamente non essendo particolarmente pregiati per essere resi più appetitosi furono disposti su bacchette di legno di “vingh” per poi essere cotti alla brace, tale fu il successo che in seguito furono utilizzati anche tagli di carne più pregiati. Hanno un sapore molto intenso esaltato ulteriormente dall’aggiunta di un ramo di rosmarino cosparso di olio extravergine di oliva o di olio al peperoncino a seconda dei gusti. In Abruzzo vengono organizzate delle vere e proprie sagre e competizioni dedicate a loro, competizioni in cui fondamentalmente vincono tutti dai consumatori che hanno l’opportunità di provare qualcosa di veramente sfizioso ai ristoratori che provocano una dipendenza dalla quale nessun amante della carne è riuscito ancora ad uscirne. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani
ECCELLENZA ITALIANA
LA SEMPLICITA’
SCHIAFFO DI GUSTO
Siamo in Campania, e colti improvvisamente dalla fame, cerchiamo un bel ristorantino tipico magari con una bella vista. Non facciamo fatica a trovarlo. Uno sguardo veloce al menù per qualcosa di sostanzioso e appagante ed ecco la soluzione… paccheri. Un tipo di pasta a forma di maccheroni giganti costituito da un impasto di semola di grano duro. Le loro dimensioni generose fanno sì che si prestino a particolari e fantasiose forme di impiattamento. Spesso infatti vengono serviti in posizione verticale sorretti dal corposo ripieno messo al loro interno, e qui viene il bello. Le ricette che li vedono come protagonisti sono tra le più disparate. Possono essere serviti con qualsiasi tipo di ripieno, l’unico limite è la vostra fantasia. Che sia carne, funghi, verdure o pesce la loro unica funzione sarà quella di racchiuderne gelosamente il contenuto dandogli la giusta consistenza per liberarne il devastante contenuto solo quando in bocca. Il loro nome deriva dal greco antico e sta ad indicare la “pacca” o schiaffo dato con la mano aperta, e sapete una cosa? Non potevano usare termine migliore. Una volta assaggiati sarà un vero e proprio manrovescio al palato con benefico del risveglio improvviso di tutti i sensi, a partire da quello del gusto. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani