AMBIENTE, TERZI:LA BIODIVERSITÀ CREA OCCUPAZIONE

“La biodiversità crea occupazione e lo si
evince anche dai risultati del progetto della Commissione
Europea ‘GESTIRE’, che ha analizzato attraverso un’indagine, il
rapporto tra biodiversità e mercato del lavoro nelle aree Natura
2000 della Lombardia”.
Lo dichiara l’assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo
sostenibile della Lombardia Claudia Maria Terzi, commentando i
dati dell’indagine sulla green economy e i green jobs del
progetto europeo ‘Gestire’.

LE STIME EUROPEE – Si stima che in Europa per ogni miliardo di
euro investito nelle aree Natura 2000 si producono 30.000 nuovi
posti di lavoro, oltre a contribuire a mettere in sicurezza il
capitale naturale per le generazioni future. Il finanziamento
delle azioni implica lo sviluppo di processi lavorativi,
l’attivazione di figure professionali esistenti, o da creare, e
l’aggiornamento delle competenze delle figure professionali già
esistenti.

IL PROGETTO – “Il progetto ‘GESTIRE’ intende elaborare una
strategia regionale integrata per la gestione della Rete NATURA
2000 della Lombardia – prosegue Terzi – contribuendo al
ripristino e al mantenimento di uno stato soddisfacente di siti,
habitat e specie in un’area, come quella lombarda,
particolarmente soggetta a forti pressioni di tipo insediativo e
produttivo”.

I SITI DI NATURA 2000 IN LOMBARDIA – “I siti Natura 2000 in
Lombardia sono 262 – sottolinea la titolare lombarda
all’Ambiente – di cui 193 di importanza comunitaria e 69 Zone di
protezione speciale, per un totale di 372.154 ettari di
estensione, pari al 15,6 per cento dell’intera superficie
regionale”.
Tutte aree in cui, oltre ad essere presente un elevato livello
di biodiversità, si riscontrano attività lavorative ed esercizi
commerciali in grado di generare occupazione.

I NUMERI – Secondo l’indagine che rielabora anche i dati di
Unioncamere sulle aree protette, in termini occupazionali
trovano lavoro nelle aree Natura 2000 36.630 persone, l’1 per
cento della Regione e il 5,8 per cento del totale degli occupati
nelle stesse aree a livello nazionale. Il 17,3 per cento lavora
nel commercio, il 15,1 per cento nelle costruzioni, il 9,3 per
cento nella ristorazione e l’8,2 per cento nel settore degli
alloggi. Nel settore dell’industria alimentare lavora il 4,2 per
cento, dato molto superiore alla media Regionale dell’1,7 per
cento: anche in questo caso nelle aree Natura 2000 la filiera
alimentare ha maggior bisogno di lavoratori rispetto ad altre
aree non sottoposte a tutela. Un segnale positivo arriva anche
dal settore dei servizi per la ristorazione che, con 1.130
imprese, rappresenta l’8,6 per cento del tessuto economico delle
aree naturali comunitarie della Regione, un punto e mezzo al di
sopra della media nazionale (7,3 per cento); il settore è anche
il più consistente rispetto al valore medio della Lombardia,
registrato nelle aree non sottoposte a vincolo, pari al 5,7 per
cento.

L’AGRICOLTURA – Per quanto riguarda l’agricoltura, il 12,4 per
cento dell’intera superficie lombarda è rappresentato da campi
sotto la protezione di Natura 2000, pari a 150.814 ettari. Di
questi campi, il 44,1 per cento, è adibita a pascoli e prati; il
28,1 per cento è rappresentato da boschi che fanno riferimento
ad aziende agricole; il 17,5 per cento è adibito a seminativo.
Le serre coprono 77 ettari, lo 0,11 per cento del totale
regionale. Rispetto al totale delle Aziende agricole presenti a
livello provinciale, quelle dei Comuni Natura 2000 rappresentano
il 32 per cento, con punte del 70 per cento nella provincia di
Sondrio, del 47 per cento a Mantova, 44 per cento a Lecco e
Varese.

L’indagine, oltre a evidenziare la necessità di figure
professionali in grado di gestire e valorizzare adeguatamente la
Rete Natura 2000, si è rivelata particolarmente utile per le
indicazioni contenute nel documento atto a indirizzare i fondi
verso una qualificazione o riqualificazione delle professioni
cosiddette ‘green’.
Informazioni sul progetto: www.life-gestire.eu. (Ln)

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