MERCATO METROPOLITANO,FAVA:IDEA GENIALE,VADA OLTRE ESPOSIZIONE

“Un’iniziativa intelligente, con un
successo di pubblico, oggi, che dimostra che qualcosa di simile
serviva. Mi auguro che questa formula, che ha portato produttori
e agricoltori dentro la città, possa durare oltre Expo”. Gianni
Fava, assessore regionale all’Agricoltura, promuove a pieni voti
idea e prime risultanze del Mercato Metropolitano, il grande
farmer’s market aperto ieri a Milano – a pochi passi da Porta
Genova – da Unaproa (Unione nazionale produttori ortofrutticoli
agrumari e frutta in guscio), insieme a piccoli e medi
produttori artigiani del cibo italiano, ma anche cooperative e
consorzi di produttori.

VENDITA DIRETTA PIACE A CONSUMATORI – “Un evento che va a
recuperare un’area degradata nel cuore della città – ha
osservato Fava – e la restituisce alla propria vocazione,
pubblica, con modalità note nelle altre metropoli italiane, ma
non ancora qui”. “La modalità di vendita diretta piace a
cittadini, consumatori e soprattutto agli agricoltori, che si
mettono in gioco direttamente per valorizzare i propri prodotti
a condizioni migliori rispetto a canali tradizionali – ha
rilevato l’assessore lombardo -. Una iniziativa che parte da una
organizzazione di prodotto, soggetto titolato a valorizzare al
meglio le produzioni. Ci sono tutti gli elementi per dire che
sono stati bravi a organizzare un’iniziativa di successo”.

MODELLO RICHIESTO A TOKYO, LONDRA E DUBAI – “Siamo partiti dopo
aver vinto un bando delle Ferrovie dello Stato che assegnava
l’area, in disuso, per un anno – ha spiegato Ambrogio De Ponti,
presidente Unaproa -. Vogliamo far incontrare i piccoli
produttori, gli artigiani di cose buone, che per mille motivi
non riuscivano ad andare a Expo. E’ un ‘fuori Expo’ a tutti gli
effetti, su 12.000 metri quadri, con ristoranti, piatti veloci,
a prezzi giusti, perché la qualità non deve essere un lusso. A
questi spazi si aggiungono 16.000 metri quadri all’aperto: in
una tensostruttura ci saranno, a rotazione, tutti i produttori
che vogliono far conoscere, assaggiare e vendere i loro
prodotti. Sono circa mille le persone coinvolte, 14 i punti
fissi impegnati con la ristorazione e 70 le postazioni a
rotazione, per cui prevediamo una presenza di 2-300 operatori
complessivi nel semestre di Expo. Come un mercato”. “E’ un
modello da riprodurre, riadattato, a Londra, Tokyo e Dubai, dove
c’è grande attenzione per il cibo italiano, il saper fare
nostro, e i prodotti di qualità”. (Ln)

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