“Spero che in questi giorni non si
celebri il calvario del sistema delle Denominazioni d’origine
protette, che, di fatto, e’ molto a rischio. Un sistema
assolutamente attuale per contenuti, meno per modalita’, e che va
rivisto nelle sue articolazione territoriali attraverso
l’assegnazione specifica delle competenze ai consorzi, con una
riflessione seria sulle opportunita’, ma senza fare alcun passo
indietro. Perche’ puo’ essere migliorato, ma non puo’ essere
sostituito”. Lo ha spiegato l’assessore regionale
all’Agricoltura Gianni Fava, intervenendo, questa mattina, a
Expo all’Assemblea mondiale delle Indicazione geografiche, a cui
e’ intervenuto il ministro delle Politiche agricole Maurizio
Martina.
TTIP, RISERBO UE – “Sfido coloro che sostengono che il Ttip
possa rappresentare una grande occasione per l’Italia – ha
aggiunto l’assessore lombardo – a dimostrarmi che hanno qualche
anticipazione. Sul Ttip nessuno sa esattamente quali siano i
contenuti: mi insospettisce molto il riserbo che la Ue continua
a mantenere sull’argomento. Un passo indietro sulle
Denominazioni d’origine per dare qualche spazio ai nostri
prodotti sul mercato americano andrebbe respinto con fermezza.
Siamo ancora al campo delle ipotesi, ma diversamente per noi
sarebbe un dramma”.
MONDI DIVISI – “Il conflitto molto forte sul tema agroalimentare
divide il mondo – ha sottolineato Fava – tra chi puo’ contare su
distintivita’, prodotti con una propria specificita’ territoriale,
che hanno dalla loro un sistema di qualita’ certificato e
garantiscono sicurezza alimentare; dall’altro il sistema delle
commodities, che non sempre da garanzie simili. In ogni caso,
partiamo svantaggiati, in quanto abbiamo oneri di sistema che
non ci permettono di competere con i nuovi ‘grandi produttori’
agricoli del mondo. In quel caso, faremmo una scelta sbagliata”.
TRADIZIONE E VOCAZIONE NON SI INVENTANO – “Servono tradizione e
vocazione – ha aggiunto Fava -: e’ difficile immaginare qualcuno
che possa scimmiottare sistemi consolidati come il nostro”.
“Piuttosto, – ha detto, in conclusione, l’assessore – dico con
forza che chi questa vocazione ce l’ha non deve abbandonarla.
Credo che i Paesi in via di sviluppo possano, con risorse
proprie e senza farsi colonizzare da altre nazioni ‘voraci’,
come sta avvenendo con la Cina rispetto ad alcuni Paesi
dell’Africa, riadattare i propri sistemi e aspirare a diventare
grandi produttori di commodities. Dubito che un Paese africano
possa ambire a essere leader nel mondo per la produzione di
Parmigiano reggiano”. (Lnews)