“Nuove tecnologie, utilizzo della rete
e Ict sono sempre piu’ importanti per la ricerca di quella
marginalita’ che per le imprese agricole e’ oggi fondamentale per
sopravvivere e trovare nuove prospettive nei mercati”. Lo ha
ribadito l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava,
intervenendo, questa mattina, alla presentazione dei risultati
di un’indagine Nomisma sul rapporto tra agricoltura, internet e
nuove tecnologie.
BANDA ULTRA LARGA PER MONTAGNA E AREE SVANTAGGIATE – “Siamo a un
bivio – ha ricordato Fava -, perche’ abbiamo un problema di
ricambio generazionale che puo’ essere favorito anche mettendo a
disposizione gli strumenti che la tecnologia ci fornisce; per
fortuna a riguardo c’e’ una tendenza positiva: in agricoltura i
giovani, l’11 per cento del totale, sono quelli fino a 40 anni
di eta’, anche se l’inversione di tendenza e’ piu’ teorica che nei
fatti. Nel Psr abbiamo messo 45 milioni di euro sulla Banda
ultra larga, per portarla anche alle aziende piu’ svantaggiate e
a quelle che operano in montagna, ma oggi il tema fondamentale e’
la remunerazione”.
MERCATO E’ SELVAGGIO SENZA REGOLE – Dunque, ha aggiunto Fava “le
tecnologie operino perche’ si recuperi questo svantaggio, e per
trovare nuove prospettive in termini di investimento.
L’agricoltore che si avvicina a questo mondo vuole avvicinare
nuovi mercati ed essere competitivo, ha bisogno in tempi rapidi
di misure per affrontare un mercato che e’ diventato selvaggio,
che non e’ libero se non ha regole chiare e definite”.
DUE PUNTO ZERO – E’ sempre piu’ un’agricoltura 2.0 quella
fotografata dall’istituto di ricerca bolognese. Il 61 per cento
degli agricoltori italiani utilizza quotidianamente Internet per
le proprie attivita’ in campo. Il 95,6 per cento utilizza pagine
web e banche dati online a supporto della gestione della
gestione dell’azienda agricola. Tra questi, il 35,2 per cento lo
fa per avere informazioni meteo, mentre l’11,2 per cento si
tiene aggiornato sui prezzi dei prodotti agricoli.
I DRONI – Sorprendente l’interesse verso i droni: il 43 per
cento li conosce e sarebbe interessato a utilizzarli per gestire
e monitorare le proprie coltivazioni, mentre il 2,1 per cento
gia’ li utilizza. Suscita attenzione anche l’impiego della realta’
aumentata per monitorare lo stato di salute delle coltivazioni.
Il 28 per cento si dichiara interessato all’utilizzo di tali
dispositivi.
STRUMENTI DI DIALOGO – Gli agricoltori vedono le nuove
tecnologie anche come mezzo per dialogare con il consumatore e
raccontare direttamente la storia dei propri prodotti – frutta,
verdura, vino, olio – e delle attivita’ connesse che realizzano,
come ad esempio agriturismo, fattorie didattiche e simili. Il
20,4 per cento degli agricoltori ha un proprio sito web e, di
questi, il 26,4 per cento consente al consumatore di acquistare
prodotti online. Gli agricoltori italiani sono anche affamati di
innovazione. L’85 per cento, infatti, pur ritenendo la propria
azienda agricola adeguata dal punto di vista dell’Ict, si
dichiara interessato a migliorarla ulteriormente. (Lnews)