UN LINGOTTINO

Nato a Torino e diffuso in tutto il globo ecco il Gianduiotto.  Una sorta di lingottino racchiuso da una sottilissima e iconica carta dorata, una sorta di divisa oramai e dalla forma di barca rovesciata. È composto da una cioccolata chiamata Gianduia che si ottiene impastando lo zucchero e il cacao con la nocciola Tonda  Gentile del Piemonte molto famosa per la sua qualità. Nato durante il periodo del blocco napoleonico dall’esigenza di sostituire il cacao che scarseggiava con un prodotto molto più economico e diffuso sul territorio, la nocciola appunto. Presentato al pubblico per la prima volta in occasione del carnevale nel 1865 dalla maschera  torinese Gianduia che lo distribuiva per strada. La combinazione tra cacao e pasta di nocciole lo rende unico, è difficile se non impossibile fermarsi al primo. Si dice sempre che l’abito non fa il monaco, ma per lui questo non vale. Una volta estratto dalla sua carta dorata capirete subito di avere tra le mani un piccolo  vero e proprio  tesoro della pasticceria italiana…
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DOLCI PER PAPA’

Tipico della Campania ma del meridione in generale con molte varianti, questo dolce viene preparato in onore della festa di San Giuseppe e servito generalmente nella festa del papà. Da qui il nome di Zeppola di San Giuseppe. Costituito da farina, zucchero, uova, olio di oliva e crema pasticcera guarnito poi con amarene sciroppate per decorazione. Un dolce dalla buona presenza scenica che costituisce il finale perfetto di una cena o un buon pranzo in famiglia. Un’esplosione di gusto estremamente sostanziosa che non risulta tuttavia pesante per via delle dimensioni contenute. La leggenda narra che San Giuseppe in fuga con  la moglie Maria e il figlio Gesù verso l’Egitto per sopravvivere e garantire il sostentamento della famiglia si fosse improvvisato “frittellaro”. Una visione sicuramente poetica che non fa altro che rendere giustizia alla figura di tutti i padri d’Italia che quel giorno dopo averlo mangiato sarà perché avranno la pancia piena, o per l’improvvisa esplosione di zuccheri, saranno accomunati  da un’espressione che trasuderà orgoglio e serenità. Non sapremo mai se sarà merito suo, ma di certo la zeppola  era presente. Coincidenza?  Questo ed altro su Instagram@juri_spankhmayer_bassani

DOLCE SORRISO

Croccante fuori e morbida dentro. Sono le caratteristiche principali di questo capolavoro campano, la pastiera napoletana. Costituita da pasta frolla farcita con un impasto di ricotta o di crema pasticcera a seconda delle versioni, canditi, uova, zucchero e grano bollito nel latte. Vengono poi aggiunti scorze di arancia, vaniglia e acqua di fiori d’arancio.I più golosi ci aggiungono anche il cioccolato bianco. Superfluo dirvi quanto sia buona. La differenza di consistenza tra la crosta esterna e il ripieno contribuisce a darle quel senso di turgidità che la contraddistingue, e perfetta per concludere col botto il tipico pranzo pasquale. Tipico dolce di questo periodo ma oramai la si può trovare tutto l’anno e non solo nelle rinomate pasticcerie napoletane. La leggenda narra che Maria Teresa d’Asburgo-Teschen, seconda moglie di re Ferdinando II di Borbone, soprannominata “la Regina che non sorride mai” quando ne provò una fetta non poté far a meno di sorridere, da qui nasce il termine partenopeo “magnatell’na risata”. Non so voi ma, senza scomodare la regina, io comincio a sorridere… Questo ed altro su instagram @juri_spankhmayer_bassani

TROVATA GENIALE

Dorata, croccante fuori con un’anima soffice e filante dentro . Siamo in Campania e stiamo parlando della mozzarella in carrozza. Due fette di pane in cassetta intinte nell’uovo e nel latte, a volte anche passate nella farina e pan grattato e infine fritte, che abbracciano amorevolmente degli strati di morbida mozzarella. Un antipasto estremamente goloso che nel giro di poco tempo è diventato famoso in tutta Italia. Il contrasto tra la crosta esterna e la morbidezza del suo cuore interno sono euforia per il palato. Spezzando una fetta in due e rivelando l’anima filamentosa l’esperienza è ancora più appagante. Originario di Napoli questo piatto è nato dalla necessità di riutilizzare la Mozzarella avanzata. Questo la dice lunga sull’ingegno degli amici napoletani che hanno dimostrato per l’ennesima volta quali meraviglie siano in grado di fare con la mozzarella… Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani

CHE FORMAGGIO…

É stato inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali.
Viene dal Piemonte e lo si può trovare in diverse forme, fresco con una pasta che si presenta morbida,bianca e umida,conservato sott’olio o stagionato. In questo caso con una sottile crosta e la pasta che tende al giallino.
Lo si può preparare in un sacco di modi. In Piemonte viene preparato con il peperoncino,il cosiddetto “Tomino elettrico”. Un altro modo é con l’aggiunta della “bagnet verde”, una tipica salsa piemontese a base di prezzemolo, aglio e acciughe sotto sale. Oppure con una fetta di speck che lo avvolge in un caldo abbraccio e via sulla piastra in pochi minuti. Non capirete mai il profumino che emana dopo soli pochi secondi.La fragranza del formaggio si unisce in matrimonio a quella dello speck dando luogo a qualcosa di indescrivibile,dovete per forza provarlo per avere un idea.
Al termine il formaggio avrà preso il caratteristico colore marroncino e lo speck avrà formato una piccola crosta attorno a lui quasi come volesse proteggerlo. In bocca é estasi pura, la croccattenza dello speck si contrappone alla morbidezza del formaggio con un risultato a dir poco esplosivo. Uno dei piatti la cui bontà puo lasciare un lieve senso di frustrazione dovuto semplicemente al fatto che finisce in pochi attimi e ne vorreste ancora ed ancora… vi consolerà solamente il pensiero e la certezza che una volta terminato non sarà un addio, ma un vicino arrivederci.
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SCRIGNO PUGLIESE

Puglia… alla scoperta di uno dei tanti tesori troviamo una sorta di scrigno che racchiude al suo interno un’anima di Pan di Spagna contenente amarene sciroppate e un impasto di mandorle cotte, il tutto ricoperto da una bianca glassa di zucchero o cioccolato bianco: La Faldacchea di Turi. Questi lingottini a differenza delle altre paste di mandorle che restano secche e dure, perché cotte in forno, hanno la caratteristica di rimanere umidi e morbidissimi in quanto l’impasto viene cotto direttamente sul fuoco. Inutile parlare di quanto siano buoni, un mix di sapori che si riveleranno in rapida successione a partire dalla delicata dolcezza del cioccolato bianco o glassa di zucchero alla più corposa e consistente pasta di mandorle mista al Pan di Spagna per arrivare alla dolcezza intensa dell’amarena sciroppata. Un brevissimo viaggio sensoriale che lascerà un segno indelebile. Spesso decorato con le iniziali di due nomi, per questo chiamato anche il dolce della sposa, perché offerto come bomboniera agli invitati… se la felicità può concretizzarsi in qualcosa di materiale questi dolci sono sicuramente una sua forma. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani

NON SONO SOLO CHIACCHERE

Diffuse in tutta Italia, non a caso, sono state inserire nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali. Sono costituite da un impasto di farina, zucchero, burro e uova, vengono poi tagliate a strisce e infine fritte divenendo così croccanti e  friabili come a noi piacciono tanto. Sono le chiacchiere o bugie o frappe o crostoli, ma hanno tanti altri nomi, è uno dei pochi dolci italiani con la caratteristica di avere un nome diverso a seconda della regione in cui viene prodotto. Preparate in occasione del Carnevale sono buonissime… un dolce che lascia pienamente soddisfatti ma che presenta una pericolosa insidia, provoca dipendenza. Ogni volta che verrà aperta una confezione andrà incontro ad un solo ed inequivocabile destino, la fine.  Si parte sempre con l’idea di assaggiarle, per poi venire colti da una frenesia tale, da farci ritrovare la lucidità solo quando finiscono. Anche se chiamate in modi diversi da regione a regione, avere forme diverse, e qualche ingrediente diverso da zona a zona, una cosa le accomuna… il sorriso compiaciuto e l’espressione soddisfatta che compaiono in coloro che le hanno appena assaggiate in qualsiasi zona della nostra penisola. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani

CARATTERE POLIEDRICO

Siamo in Sicilia alla scoperta di uno dei vanti della regione, la Cassata siciliana. Si tratta di una torta a base di ricotta di pecora zuccherata, pasta reale, pan di Spagna e frutta candita. La sua particolarità é che a seconda delle varianti si presenta sempre in modo molto diverso. Ha un carattere poliedrico, la si può trovare estremamente “timida” con una lieve decorazione di glassa e l’aggiunta di qualche candito oppure “sfacciata” con innumerevoli decorazioni tra glassa, perline e un sacco di frutti canditi diversi tra loro, e disposti fino a creare dei veri e propri disegni. E’ semplicemente fantastica. Estremamente sostanziosa non stufa mai, anzi mangiandola, verrete colti da tale frenesia glicemica che senza accorgervi avrete già finito la porzione… il bis ė quasi sempre d’obbligo. Oggi un altro capolavoro del madeinitaly che riuscirà sempre a sedurre chi adora le cose semplici, ma anche chi ama quelle raffinate. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani

ECCO IL BUONGIORNO

In Italia ogni mattina, prima della chiusura dei bar “causa pandemia”, ne venivano consumati milioni. Sto parlando di un abitudine grazie alla quale, alzarsi la mattina, é un pò meno pesante… il cappuccino. La leggenda narra che un frate  cappuccino di nome Marco d’Aviano inviato da Papa  Innocenzo XI  nel 1683 a Vienna, arrivando in una caffetteria “apprezzo” un caffè particolarmente amaro con del latte. Ribattezò l’intruglio facendolo poi conoscere, in tutto il mondo. Accompagnato dall’immancabile brioches riesce sempre a dare la carica per affrontare ogni tipo di giornata sia in divenire. Preso di fretta prima di andare al lavoro o sorseggiato tranquillamente in un giorno di vacanza. Chi avrebbe mai detto che un po’di caffè con del latte montato a vapore avrebbe nel corso degli anni conquistato il globo? A volte la semplicità senza troppi fronzoli é una cosa che può arrivare dritta al cuore. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani

CUORE TENERO

Andiamo nel Lazio per degustare uno dei piatti più iconici e famosi della zona ma non solo… la pasta all’amatriciana! Un particolare tipo di condimento costituito da pomodoro San Marzano, guanciale, pepe nero o peperoncino, pecorino e olio extravergine di oliva il tutto sfumato con del vino bianco secco, ci sono anche varianti che comprendono strutto, cipolla e aglio. Avete già l’acquolina in bocca? Fate bene perché ho appena iniziato. Nella ricetta tradizionale si usano gli spaghetti, ma la trovate anche coi bucatini o tonnarelli, in ogni caso, con con un profumo estremamente forte ,orinale e molto gradevole. Al palato viene sprigionata la prepotenza del suo carattere. Tutti ingredienti dal sapore intenso e forte, si fanno strada attravero le papille gustative, dove ognuno tenta di prevalere sull’altro in una competizione che vede come unico vincitore, il fortunato che in quel momento la sta mangiando. Un piatto cruento, duro e prepotente ma che al suo termine, lascia solo appagamento gustativo… il classico burbero dal cuore tenero. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani