PARCO ADDA NORD,TERZI:AMPLIAMENTO TUTELA ULTERIORE PER TERRITORIO

Il Consiglio regionale della Lombardia ha
approvato all’unanimità, nella seduta del 21 aprile scorso, la
legge che amplia e rafforza il Parco Adda Nord. La superficie
del Parco passa da 6.940 ettari a 8.990 ettari (con un
incremento di quasi il 30 per cento) con aree di ampliamento
pari a oltre 2.000 ettari e limitate richieste di riduzione pari
a circa 20 ettari. Si tratta di nuove aree conferite dai Comuni
di: Cassano d’Adda, Cisano Bergamasco, Cornate d’Adda, Trezzo
sull’Adda, Truccazzano, Vaprio d’Adda e Verderio, per un totale
di quasi 1.800 ettari, cui si aggiungono i quasi 300 ettari del
Comune di Busnago, new entry nel Parco, che fa passare da 34 a
35 i Comuni aderenti.

AREE IN USCITA E IN INGRESSO – A fronte di queste cifre vi è un
dato complessivo di 20 ettari ‘in uscita’, ossia aree del
vecchio perimetro del Parco, che vengono scorporate. Le aree in
‘ingresso’ sono in larga parte agricole e consentono di
rafforzare le connessioni ecologiche fra il Parco dell’Adda e la
rete ecologica intorno (i Plis del Rio Vallone, del Monte Canto,
della Gera d’Adda, della Martesana). Le aree in uscita sono a
ridosso di realtà produttive esistenti (e riguardano i soli
Comuni di Cisano Bergamasco e Verderio).

TUTELA ULTERIORE PER TERRITORIO – Molto soddisfatta l’assessore
all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile della Regione
Lombardia Claudia Maria Terzi: “Sono state recepite – spiega –
le istanze degli Enti locali interessati all’ampliamento, con
modifiche che vengono incontro alle esigenze dei territori. Con
questo ampliamento andiamo a tutelare ulteriormente un
territorio fortemente antropizzato, salvaguardando la
biodiversità esistente”.

SOSTENIBILITÀ E BELLEZZA – Da parte sua, il presidente del Parco
Agostino Agostinelli mette in evidenza come si tratti di “una
decisione di grande segno politico, per almeno tre ragioni:
perché è una risposta alla costante erosione del territorio e al
consumo di suolo; perché, dentro la crisi che attraversa il
Paese, è una chiara volontà delle Amministrazioni pubbliche di
operare in direzione del principio di sostenibilità dei processi
economici; perché – ed è forse il significato politicamente più
interessante – dimostra che gli Enti locali non si rinchiudono
su se stessi, ma sono capaci di guardare lontano e di lavorare
per una dimensione di nuova ‘bellezza’ dei propri territori”.
Diventa, ovviamente, ancora più forte l’impegno di far vivere la
complessità di questa parte di Lombardia – ricca di storia, di
cultura, di realtà produttive, in una parola di vita dinamica –
secondo criteri di sostenibilità. (Ln)

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