MARONI: IMPEGNO PER MIGLIORARE I RAPPORTI CON IL CANTON TICINO

“Bisogna lavorare per migliorare i
rapporti tra la Lombardia e il Canton Ticino che attualmente
sono un po’ tesi sui frontalieri e sul trattamento fiscale e di
questo sono un po’ preoccupato”. Lo ha spiegato il presidente
della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervenendo questo
pomeriggio, insieme al sottosegretario di Regione Lombardia ai
Rapporti con il Consiglio regionale, Politiche per la Montagna,
Macroregione alpina (Eusalp), Quattro motori per l’Europa e
Programmazione negoziata Ugo Parolo, a Chiavenna (Sondrio), al
convegno, organizzato da Cisl delle Alpi Sondrio, ‘Insieme più
forti: dialogo sociale e contrattazione bilaterale
Italia-Svizzera’.

REVISIONE ACCORDO FRONTALIERI – “Nello scorso mese di febbraio
– ha ricordato Maroni – si è avviato il confronto per la
revisione dell’accordo sui frontalieri del 1974 tra l’Italia e
la Svizzera e questa revisione prevede che i ristorni dei
frontalieri dal Canton Ticino all’Italia – teniamo conto che i
frontalieri pagano il 30% di tasse in Italia e il 70% in
Svizzera e che solo in Lombardia abbiamo 60.000 lavoratori
frontalieri che ogni giorno vanno a lavorare nel Canton Ticino –
non ci saranno più, pertanto non ci saranno più i ristorni per i
circa 360 Comuni di confine a cui rischia di mancare un introito
importante. Il Governo italiano si è impegnato a pagare questi
ristorni prendendo dal fondo delle imposte pagate dai
frontalieri ma questo nell’accordo non c’è scritto, è un impegno
che mi è stato comunicato dal ministro dell’Economia e delle
Finanze, della cui parola mi fido, per cui spero che l’impegno
venga mantenuto. Noi come Regione Lombardia stiamo trattando con
il Canton Ticino ma non abbiamo strumenti per intervenire sulla
revisione dell’accordo sui frontalieri”.

ATTEGGIAMENTO OSTILE – “Attualmente il Canton Ticino – ha
continuato Maroni – ha un atteggiamento molto ostile verso i
frontalieri, sta ponendo ostacoli alla circolazione delle
vetture dei frontalieri, lamentandosi dell’incremento dei flussi
veicolari, oppure si è inventato la richiesta del certificato
dei carichi pendenti da esibire per lavorare, richiesta fatta
solo ai lavoratori italiani, un ostacolo in più che francamente
non ha ragione di essere. Questo è un atteggiamento ostile che
non giova a nessuno e confido nella saggezza delle autorità
ticinesi. E confido che anche la Macroregione alpina, una realtà
che ormai sta per arrivare in cui ci saranno sia la Lombardia
che il Canton Ticino, ci consenta di fare sistema e collaborare
meglio”. (Ln)

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